Rogo di Castellaneta: arrestati due ragazzi, incendio per ritorsione


Una ritorsione finita in tragedia quella di Castellaneta, in provincia di Taranto: sono stati arrestati due ragazzi, di 26 e 15 anni, per il rogo appiccato lo scorso 28 agosto agli infissi di una casa popolare.

Nell’incendio, divampato immediatamente per del liquido infiammabile cosparso sugli infissi, persero la vita Giuseppe Di Turo, 71 anni, e la sua figlia più piccola, di soli 5 anni. La moglie e un altro figlio, 37 e 10 anni, si salvarono, così come un’altra piccola di 7 anni, che in quei giorni trascorreva qualche giorno a casa di parenti.

I nomi dei due ragazzi finiti in manette erano già nel registro degli indagati da settembre, per i reati di incendio doloso, omicidio colposo plurimo e danneggiamenti. È probabile che la serie di arresti non si fermi, in quanto gli inquirenti sono convinti che abbiano agito anche altri ragazzi.

Secondo le indagini dei carabinieri, i due avrebbero appiccato l’incendio per ritorsione, e a ciò è stato collegato anche il rogo appiccato ad un motorino parcheggiato nelle vicinanze dell’abitazione dei Di Turo, avvenuto poco tempo prima.

Il capofamiglia, 71enne, arrotondava la modesta pensione vendendo degli abiti usati, e in casa erano sistemate numerose buste di plastica contenenti proprio gli indumenti: dal liquido infiammabile cosparso sugli infissi, le fiamme si sono diffuse, pertanto, molto rapidamente.

Sia l’uomo che la più piccola della famiglia, Francesca, di soli 5 anni, morirono tra le fiamme. La moglie, Lucia Di Napoli, sposata in seconde nozze, e il figlio, di dieci anni, riuscirono a mettersi in salvo: la donna saltò dal balcone, primo piano, riportando ustioni su 40% del corpo e una frattura a una gamba, mentre il bambino risultò praticamente illeso.

I vigili del fuoco del Nia, Nucleo investigativo antincendio, di Roma riuscirono a seguire una pista definitiva, capendo sin dal principio la natura dolosa del rogo: sulle finestre vennero ritrovate tracce di liquido infiammabile, e l’episodio del motorino incendiato, accaduto poco tempo prima, sembrò una ritorsione collegabile al rogo mortale.

Carmine Della Pia