Un referendum “illegittimo”, per questo motivo la Fiom, indipendentemente dall’esito dello stesso, non firmerà l’accordo sullo stabilimento di Mirafiori. Lo ha ribadito il leader dell’organizzazione sindacale dissidente, Maurizio Landini, che domani alle 13.00 farà parte del confronto tra la segreteria della Cgil e quella della stessa Fiom.
“La partita è appena cominciata”. La posizione di Landini resta, dunque, estremamente dura nei confronti di una consultazione, quella in programma il 13 e 14 gennaio, definita “sotto ricatto”.
Il segretario della Fiom ha fatto sapere, inoltre, di aver chiesto un incontro con la Cgil non solo perché si è di fronte ad un brutto accordo, ma anche, e soprattutto, perché si è davanti ad una novità assoluta, ovvero “la messa in discussione dell’esistenza del sindacato confederale”. “E’ a rischio il sistema della rappresentanza democratica,- ha detto Landini – questa vicenda non riguarda solo i metalmeccanici, dobbiamo decidere che cosa fare”.
Il sindacalista italiano è, comunque, convinto che la Cgil metterà in campo tutto il suo impegno per la riuscita dello sciopero dei metalmeccanici proclamato per il 28 gennaio. “Sono manifestazioni regionali – ha spiegato – ma non ho dubbi sull’impegno della Cgil così come c’è sempre stato. Tutti dicono che quell’accordo è inaccettabile. Anche la Cgil condivide la nostra posizione sul fatto che è un ricatto. Se ti dicono se non lo accetti chiudo la fabbrica – ha proseguito Landini riferendosi al modo con il quale la Fiat ha posto le proprie condizioni – vai a votare con la pistola alla tempia”.
Domani, dunque, si discuterà anche delle iniziative da portare avanti “a difesa dei lavoratori” dopo lo sciopero del 28. Non è escluso uno sciopero generale di tutte le categorie. “L’abbiamo già chiesto”.
Mauro Sedda