Aveva scosso le indagini la lettera anonima inviata all’Eco di Bergamo per Yara Gambirasio.
Su un cartoncino nero si legge: “Yara è nel cantiere di Mapello. Ho Paura”. Il testo è stato composto grazie a lettere di cartone incollate.
Il messaggio è arrivato in una busta con su stampato il timbro di un centro di smistamento postale di Milano Borromeo. La redazione del quotidiano ha contattato prontamente la Polizia di Bergamo.
A 43 giorni dalla scomparsa, gli unici indizi di Yara sono dati da fonti vaghe, tra cui appelli di vari medium e sensitivi, e lettere anonime, appunto, con cui si tenta di indirizzare le ricerche.
Dopo i primi attimi di titubanza, gli inquirenti hanno dichiarato che messaggi del genere ne arrivano tutti i giorni.
Il cantiere di Mapello, inoltre, non è stato ispezionato nuovamente.
Il dirigente della Squadra Mobile di Bergamo, Gianpaolo Bonafini, ha spiegato: “Quel posto è stato già perlustrato in modo approfondito e più volte dai carabinieri”. Per Bonafini è ritenuto maggiormente opportuno concentrarsi su piste concrete, in quanto “si tratterebbe di replicare un’attività già svolta”. Si tornerà sul posto solo su indicazione precisa fornita dai carabinieri.
In cantiere, si ricorda, lavorava Mohamed Fickri, marocchino arrestato con le accuse di sequestro di persona e omicidio per un’intercettazione ambientale tradotta male, poi rilasciato per mancanza sussistente di prove. Sempre a Mapello, i cani molecolari hanno fiutato le tracce di Yara, ma dopo qualche tempo, si è deciso di passare ad altre zone da perlustrare.
Questa mattina, i militari e gli uomini della protezione civile sono tornati nella zona dell’ex colonia elioterapica di Brembate, dove le ricerche sono aiutate dal georadar: con questo sofisticato mezzo è consentito il rilevamento della presenza di eventuali anomalie fino a 12 metri di profondità.
Il punto della situazione avverà, invece, nei prossimi giorni in prefettura, con le forze dell’ordine, i volontari e il sindaco di Brembate di Sopra.
Carmine Della Pia
