Il progetto “F1 team Malasya” si sapeva che era irto di pericoli e sfide. Creare una struttura nuova, acquisire tecnici ed esperienza, imparare dai proprio errori. Tutti fattori che richiedono tempo e dedizione. Jarno Trulli era perfettamente conscio di ciò, ma non per questo si è tirato indietro. Ha deciso di aiutare i suoi nuovi compagni di viaggio, trasmettendogli tutte le informazioni e segreti in suo possesso, creando una situazione il più competitiva possibile. Missione in parte riuscita (la Lotus Racing è stata la miglior debuttante del 2010), ma troppi bocconi amari sono stati inghiotti: “Non mi piace far brutte figure dopo essere stato una vita intera là davanti. Un anno posso soffrire, un altro non ce la farei”
E’ una confessione importate quella che fa Jarno alla Gazzetta dello Sport. Il sogno di rimanere in Formula uno, anche dopo il clamoroso ritiro della Toyota, è stato esaudito, ma essere costantemente relegato in fondo al gruppo non ha senso per il pilota italiano: “Sapevo che il 2010 sarebbe stato un anno di transizione, ma è andata peggio di quanto pensassi. Abbiamo migliorato la struttura, ma non possiamo neanche pensare di confrontarci con i migliori.”. Le difficoltà sono più che legittime e normali, però dopo tanti anni passati a combattere con i più forti, regredire d’un tratto deve fare davvero male.
Ancora un anno quindi, ma se la situazione non cambierà allora è molto probabile che Trulli vorrà chiudere la sua esperienza in Formula uno, concentrando mente e corpo in altre sfide più allettanti: “La NASCAR rappresenta un concetto diverso di gareggiare e mi darebbe nuove motivazioni. Come il DTM o le corse di durata.” Infine l’italiano trova anche lo spazio per fare una pesante critica al circus, reo di essere interessato più ai soldi che al talento: “Da un paio d’anni la Formula 1 ha preso una brutta piega, i contratti valgono sempre meno, si guarda solo ai soldoni portati dai vari pilotini. Solo quattro team possono garantirsi ottimi piloti, per il resto il livello è bassissimo”. Un ritorno al passato non certo buono. Anche per lui il 2011 sarà un momento cruciale per la sua carriera. Noi tutti speriamo davvero che torni nelle posizioni che gli competono, altrimenti anche per lui si calerà il sipario nel mondo delle monoposto.
Riccardo Cangini