Milano, compie 10 anni il progetto “Croce Rossa per i clochard”

Ha compiuto ieri 10 anni il progetto metropolitano della Croce Rossa “La Cri per i clochard”, attivato autonomamente dal Comitato Provinciale di Milano l’8 gennaio del 2001 e rivelatosi fondamentale per aiutare i numerosissimi senza tetto milanesi e dell’hinterland.

Scopo dell’attività è l’assistere i senza fissa dimora che dormono all’addiaccio spesso per necessità, senza una coperta con il marciapiede come guanciale e con un cartone come giaciglio. L’iniziativa prevede la distribuzione di generi di conforto, quali alimenti e coperte, e anche l’assistenza morale di cui le persone vulnerabili hanno estremamente bisogno.

Il progetto nasceva a titolo sperimentale con una sola Unità di Strada, un accordo con il 113 che avrebbe indicato dove dimoravano i clochard milanesi. La Cri agisce ora con quattro Unità di Strada (veicoli attrezzati) e oltre 100 volontari provenienti dalle diverse sedi della provincia che, a rotazione, ogni notte dell’anno (Natale, Capodanno e Ferragosto compresi) girano per la metropoli milanese coprendo un’area di vaste proporzioni tra Milano e i comuni dell’hinterland (Bresso, Cinisello Balsamo, Opera, Sesto San Giovanni) e assistendo oltre 300 clochard. Nell’inverno 2009/2010 sono stati oltre 5000 i chilometri percorsi dalle unità Cri della Provincia di Milano, 600 i kg di alimentari solidi distribuiti, 2000 i litri di tè caldo, 100 i sacchi a pelo, 700 le coperte, 200 i clochard assistiti.

Un impegno testimoniato anche dalla pubblicazione del libro ”Miracolo a Milano” scritto da due volontari Cri, Nicoletta Molinari e Gianni Villa, i cui proventi sono destinati alle attività del progetto. E proseguito nel gennaio del 2008 allorquando oltre 300 volontari e volontarie Cri hanno svolto, in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano, un censimento dei senza fissa dimora milanesi, il primo (e unico) realizzato con criteri scientifici e accademici. “Un aiuto ai clochard – secondo quanto reso noto dalla Croce Rossa- non fine a sé stesso dato che molti di loro sono stati reinseriti nei circuiti lavorativi e sociali anche grazie alla collaborazione di istituzioni e servizi assistenziali”.

Nel corso degli anni il progetto è diventato un modello anche per altre realtà oltre la metropoli milanese, e in altre città dello stivale, si sono sviluppati nuovi servizi analoghi in aiuto di uomini e donne che si sono ritrovati in queste condizioni a seguito di traumi psicologici, perdita di lavoro, di casa, di parenti cari o a seguito di patologie. Centinaia di persone finite ai margini della società che hanno il cielo come tetto e, spesso, solo un cartone per ripararsi dal freddo.

Adriana Ruggeri