Inizia a farsi incandescente il clima sociale, e probabilmente tra non molto anche politico, in attesa del referendum a cui gli operai Fiat di Mirafiori verranno chiamati a partecipare il prossimo giovedì e venerdì nella sede torinese dell’azienda automobilistica.
E’ di poche ore fa la notizia della comparsa di alcune scritte minacciose indirizzate al manager Fiat, Sergio Marchionne. Il testo delle ingiurie rivolte alla figura al centro delle critiche provenienti dalla Fiom è: «Marchionne fottiti» e «Non siamo noi a dover diventare cinesi, ma i lavoratori cinesi a diventare come noi», alludendo alle proposte fatte dal dirigente nativo di Chieti, in fatto di cambiamenti sulle condizioni lavorative degli operai.
Ma a circondare l’accaduto di un alone che riporta alla memoria gli anni di piombo, è stata la presenza di alcune stelle a cinque punte che hanno corredato le scritte. Il simbolo, come molti ricorderanno, è legato all’associazione terroristica di estrema sinistra.
Adesso ciò che resta da capire è se il gesto possa significare il prologo di un ritorno al passato oppure il semplice sfogo di un nostalgico.
Con l’intento di saperne di più, gli uomini della Digos di Torino sono giunti sul posto per dare avvio, come da prassi, alle indagini di rito.
Nella foto: il luogo dove sono comparse alcune delle minacce contro Sergio Marchionne.
S. O.