Tra Feltri e Sallusti è guerra editoriale

Si comincia con un editoriale al vetriolo scritto ieri dal direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che accusa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il collega, Vittorio Feltri, di “aver cambiato bandiera“, e si finisce con una polemica destinata a infuocare gli ambienti giornalistici (e non solo). Tralasciando l’attacco rivolto al capo dello Stato – a cui Sallusti ha sostanzialmente rimproverato di aver scandito, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, un discorso anti Lega, teso a dividere anzicchè a unire – la parte più succosa dell’intervento è sicuramente quella rivolta all’ex direttore editoriale de Il Giornale, tacciato di alto tradimento.

L’accusa che Sallusti ha mosso a Feltri rimanda, infatti, alla più oscura delle  colpe: il rinnegamento del berlusconismo. “Fino a ieri – ha scritto il direttore de Il Giornale nel suo editoriale – (Feltri, ndr) era tra i più autorevoli sostenitori del premier, in un incontro pubblico a Cortina, ha invece detto che Silvio Berlusconi non ha i numeri per candidarsi a capo dello Stato, e che sarebbe addirittura meglio che non si ricandidasse neppure a premier. Fini, Bocchino e Di Pietro – ha concluso impietoso – possono contare su un nuovo alleato?”.

Un’analisi che ha spinto molti a ipotizzare che alla base dell’intervento vergato da Sallusti ci sia il risentimento causato dall’improvvisa “dipartita” del noto giornalista, che ha deciso di tornare a dirigere – al fianco di Maurizio BelpietroLibero, il quotidiano da lui fondato. Una decisione che avrebbe spinto Alessandro Sallusti a rimettere la sua delusione nella feroce filippica compilata ieri, indicando Vittorio Feltri come il nuovo “nemico pubblico” del Cavaliere. Una faccenda tutta editoriale, insomma, innescata presumibilmente dal timore che la nuova “premiata ditta” Belpietro-Feltri possa sottrarre stuoli di lettori a Il Giornale.

“Il direttore Sallusti scrive il falso – ha ieri commentato a caldo Vittorio Feltri – Forse è dovuto al fatto che Libero con me ha già guadagnato 10 mila copie. Il suo comportamento non è da gentiluomo poiché sta sparando su un uomo disarmato, visto che lo sono perché non posso scrivere (su Feltri pende un provvedimento disciplinare che gli impedisce di scrivere prima di primavera, ndr)”.

Sono stupito, non capisco il senso – ha rincarato Feltri – Fino a ieri sul Giornale per me si raccoglievano migliaia di firme di solidarietà, e ora viene tutto cancellato. Basta leggere l’intervista su quanto ho detto a Cortina, per capire che ho detto esattamente il contrario di quanto Sallusti afferma: io voto ancora Berlusconi – ha assicurato il giornalista – non perché lo considero il migliore ma perché è il meno peggio. Ho detto e ribadisco che non lo vedo al Quirinale ma più come presidente del Consiglio. Non lo si può ingabbiare al Colle, anche perché poi – ha ironizzato – lì Silvio come fa con le escort? Sallusti si sbaglia ha concluso il fondatore di Libero – perché io resto con Berlusconi“.

Maria Saporito