A 44 giorni dalla scomparsa ancora nessuna traccia della piccola Yara. Le ricerche della ragazza sono continuate anche oggi in provincia di Bergamo, dove hanno visto la partecipazione di una quarantina di persone, suddivise in due gruppi. Il primo, formato dai Carabinieri insieme con i volontari dell’Associazione alpini di Adrara San Martino, si è concentrato nella zona del Santuario del Castello di Ambivere, a pochi chilometri da Brembate di Sopra. Il secondo, composto da Polizia di Stato, Polizia provinciale, Forestali e volontari del Corpo antincendio di Caprino Bergamasco, ha perlustrato la località Bigiù di Sorisole, nell’hinterland nord di Bergamo. Anche oggi le indagini sono state rese difficili dal maltempo.
I gruppi di ricerca non sono tornati, invece, nel cantiere di Mapello, indicato ieri in una lettera anonima recapitata all’Eco di Bergamo: era stato già perlustrato a fondo nelle prime fasi delle ricerche, con l’aiuto dei cani e del georadar. Quest’ultimo è uno strumento con cui si misura la consistenza del cemento, per rilevare eventuali presenze anomale al suo interno.
La lettera è una delle tante missive e segnalazioni anonime che ogni giorno arrivano in caserma. Segnalazioni di ogni genere, che giungono da tutta Italia e fino ad ora non sono state di alcun aiuto. Questa volta il messaggio era scritto su un cartoncino nero, con lettere colorate ritagliate dai tabloid: “Yara è nel cantiere Mapello. Ho paura”. Sulla busta il timbro del centro di smistamento di Milano Borromeo, con data 7 gennaio.
Gli agenti della Scientifica della Questura di Bergamo hanno subito avviato gli accertamenti: impronte digitali su busta e cartoncino, analisi sui caratteri ritagliati, eventuale rintracciabilità del mittente tramite le poste di Peschiera Borromeo. Solo esami più approfonditi potranno dire se il messaggio di ieri sia da archiviare nel dossier dei mitomani, tra gli atti di sciacallaggio o se contenga qualcosa di vero.
m.e.t.