Dopo le aperture di poco tempo fa nei confronti dell’utilizzo del preservativo, anche se in «singoli casi giustificati» e specialmente se esso potrebbe diventare «il primo passo verso una moralizzazione», Benedetto XVI oggi, intervenendo a un incontro con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, è ritornato sul tema della sessualità. Facendo qualche passo indietro, rispetto alle ultime dichiarazioni.
Ad attirare l’attenzione del pontefice, questa volta, non sono stati i metodi contraccettivi tanto osteggiati dalla Chiesa cattolica, ma i corsi di educazione sessuale (e civile, ha aggiunto Ratzinger, ndr) a cui, in molti paesi europei, le famiglie cattoliche, e nello specifico i ragazzi in età scolare, sarebbero costrette «a partecipare, lezioni che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione».
Benedetto XVI ha continuato a parlare di scuola, attaccando chi pretenderebbe un monopolio laico dell’istruzione e dell’istituzione scolastica, difendendo il diritto delle comunità religiose di poter «operare liberamente nella società, con iniziative nei settori sociale, caritativo od educativo. In ogni parte del mondo si può constatare la fecondità delle opere della Chiesa Cattolica in questi campi».
Parole di gratitudine anche per quei settori della politica che, nel recente passato, hanno difeso la presenza all’interno degli istituti statali, e quindi laici per Costituzione, del crocifisso.
Anno nuovo, storia vecchia per la Chiesa Cattolica ancora incapace di accettare i cambiamenti sociali e culturali dati dallo scorrere del tempo e, per questo motivo forse, sempre un po’ nostalgica del potere temporale ufficialmente perduto da ben centoquarantuno anni?
Bambini, prendete carta e penna: c’erano una volta un cavolo, una cicogna e un’ape…
Nella foto: una scena del film La Mala educacion di Pedro Almodovar.
Simone Olivelli