Benedetto XVI: “I Governi garantiscano la sicurezza dei cristiani”

Papa Benedetto XVI approfitta dell’incontro col corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per gli auguri di buon anno, per passare in rassegna la situazione della libertà religiosa concessa ai cristiani in varie parti del mondo e soprattutto in Medio Oriente, alla luce degli ultimi feroci episodi di intolleranza. Il Pontefice esprime, dunque, apprezzamento per ”l’attenzione per i diritti dei più deboli e la lungimiranza politica di cui hanno dato prova alcuni Paesi d’Europa”, tra cui l’Italia e la Francia.

”Guardando verso l’Oriente – dice Ratzinger -, gli attentati che hanno seminato morte, dolore e smarrimento tra i cristiani dell’Iraq, al punto da spingerli a lasciare la terra dove i loro padri hanno vissuto lungo i secoli, ci hanno profondamente addolorato. Rinnovo alle Autorità di quel Paese e ai capi religiosi musulmani il mio preoccupato appello ad operare affinché i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza e continuare ad apportare il loro contributo alla società di cui sono membri a pieno titolo”.

Secondo il Papa, ”non si può creare una sorta di scala nella gravità dell’intolleranza verso le religioni” ma ”purtroppo, un tale atteggiamento è frequente, e sono precisamente gli atti discriminatori contro i cristiani che sono considerati meno gravi, meno degni di attenzione da parte dei governi e dell’opinione pubblica”.

”Al tempo stesso – aggiunge Benedetto XVI -, si deve pure rifiutare il contrasto pericoloso che alcuni vogliono instaurare tra il diritto alla libertà religiosa e gli altri diritti dell’uomo, dimenticando o negando così il ruolo centrale del rispetto della libertà religiosa nella difesa e protezione dell’alta dignità dell’uomo”. Per il Pontefice, sono ancora ”meno giustificabili” i ”tentativi di opporre al diritto alla libertà religiosa, dei pretesi nuovi diritti, attivamente promossi da certi settori della società e inseriti nelle legislazioni nazionali o nelle direttive internazionali, ma che non sono, in realtà, che l’espressione di desideri egoistici e non trovano il loro fondamento nell’autentica natura umana”.

La negazione del diritto alla libertà religiosa genera ”squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale”.

”La dimensione religiosa – sottolinea il capo della cristianità – è una caratteristica innegabile e incoercibile dell’essere e dell’agire dell’uomo, la misura della realizzazione del suo destino e della costruzione della comunità a cui appartiene. Pertanto, quando l’individuo stesso o coloro che lo circondano trascurano o negano questo aspetto fondamentale, si creano squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale. E’ in questa verità primaria e fondamentale che si trova la ragione per cui ho indicato la libertà religiosa come la via fondamentale per la costruzione della pace”. ”La pace – continua Benedetto XVI -, infatti, si costruisce e si conserva solamente quando l’uomo può liberamente cercare e servire Dio nel suo cuore, nella sua vita e nelle sue relazioni con gli altri”.

Purtroppo, rileva il Papa, vi sono ”numerose situazioni nelle quali, purtroppo, il diritto alla libertà religiosa è leso o negato”. ”Questo diritto dell’uomo – si chiede il Pontefice -, che in realtà è il primo dei diritti, perché, storicamente, è stato affermato per primo, e, d’altra parte, ha come oggetto la dimensione costitutiva dell’uomo, cioè la sua relazione con il Creatore, non è forse troppo spesso messo in discussione o violato?”.

”Mi sembra – ribadisce Benedetto XVI – che la società, i suoi responsabili e l’opinione pubblica si rendano oggi maggiormente conto, anche se non sempre in modo esatto, di tale grave ferita inferta contro la dignità e la libertà dell’homo religiosus, sulla quale ho tenuto, a più riprese, ad attirare l’attenzione di tutti”.

In Occidente, rimarca Ratzinger, in quei ”Paesi nei quali si accorda una grande importanza al pluralismo e alla tolleranza”, la ”religione subisce una crescente emarginazione” e ”si tende a considerare la religione, ogni religione, come un fattore senza importanza, estraneo alla società moderna o addirittura destabilizzante, e si cerca con diversi mezzi di impedirne ogni influenza nella vita sociale”. Il Papa ricorda, dunque, che una ”manifestazione dell’emarginazione della religione e, in particolare, del cristianesimo, consiste nel bandire dalla vita pubblica feste e simboli religiosi, in nome del rispetto nei confronti di quanti appartengono ad altre religioni o di coloro che non credono”. Secondo Benedetto XVI, ”agendo così, non soltanto si limita il diritto dei credenti all’espressione pubblica della loro fede, ma si tagliano anche radici culturali che alimentano l’identità profonda e la coesione sociale di numerose nazioni”.

Volgendo uno sguardo alla polemica sull’identità cristiana dell’Europa unita, il Pontefice conclude ricordando con soddisfazione che ”l’anno scorso, alcuni Paesi europei si sono associati al ricorso del Governo italiano nella ben nota causa concernente l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici. Desidero esprimere la mia gratitudine alle Autorità di queste nazioni, come pure a tutti coloro che si sono impegnati in tal senso, Episcopati, Organizzazioni e Associazioni civili o religiose, in particolare il Patriarcato di Mosca e gli altri rappresentanti della gerarchia ortodossa, come tutte le persone – credenti ma anche non credenti – che hanno tenuto a manifestare il loro attaccamento a questo simbolo portatore di valori universali”.

Raffaele Emiliano