Il procuratore aggiunto di Bologna apre un’inchiesta sulla morte di Devid Berghi, il neonato, figlio di senzatetto, morto il 5 gennaio all’ospedale Sant’Orsola per una crisi respiratoria. «Si cercherà di capire che cosa è successo», hanno spiegato in Procura.
Le condizioni di Devid, soccorso dal 118 in piazza Maggiore il 4 gennaio, sono apparse critiche fin da subito: «Il bambino è stato condotto immediatamente in rianimazione pediatrica. Aveva problemi di tipo respiratorio e probabilmente anche di tipo cardiocircolatorio – ha spiegato il direttore della chirurgia pedriatica del Sant’Orsola, Mario Lima -. Ha comunque avuto tutta l’assistenza necessaria, anche da parte dei sanitari del 118».
Il bimbo viveva con il gemellino, una sorellina di un anno e mezzo e la mamma in strada. Il padre, originario della provincia di Arezzo, era stato in passato ospite in strutture di accoglienza nel Bolognese. La famiglia cercava spesso riparo dal freddo in Sala Borsa, la biblioteca civica multimediale del Comune di Bologna.
«Da quello che abbiamo potuto ricostruire fino ad ora, la madre era una povera donna che aveva sempre rifiutato aiuti ed assistenza», ha affermato Anna Maria Cancellieri, commissario straordinario di Bologna. In passato la donna aveva avuto altri due figli, uno dei quali è deceduto, che le erano stati tolti dai servizi sociali. «In occasione di un pranzo di solidarietà, l’ultimo dell’anno – ha proseguito Cancellieri – era stata avvicinata da due operatori, che le avevano domandato se aveva bisogno. Ma come altre volte, non aveva chiesto nulla».
Il Comune, insieme con la Regione, sta comunque facendo accertamenti per mettere insieme un quadro più completo sulla coppia. Secondo il direttore della Caritas diocesana di Bologna, la morte del neonato dimostra «una carenza dei servizi sociali e lacune non piccole. A questa città – ha detto il direttore – manca un vero padre di famiglia».
m.e.t.