Casini mette all’asta il patto di pacificazione

“Non a Berlusconi, ma all’Italia proponiamo una scelta di responsabilità. E di pacificazione. Al presidente del Consiglio suggerisco: non gingillarti su un parlamentare in più o in meno. La legislatura è partita con 70 deputati di maggioranza, e oggi siamo alla contabilità della stagione di Prodi”. Così Pier Ferdinando Casini, in una lunga intervista concessa oggi al Corriere della Sera, rinnova la sua volontà di collaborazione responsabile, aprendo (o chiudendo) sia alla maggioranza che all’opposizione.

Per il leader dell’Udc è fondamentale garantire la tenuta del Paese e per questo invita tutti (premier in primis) a prendere coscienza dei vistosi cambiamenti: “Non è meglio mettere le carte in tavola alla luce del sole? – ha spiegato il centrista – Tutto il resto sono scorciatoie anche un po’ degradanti. È una scorciatoia pensare che un partito che sta all’opposizione e oggi ha preso l’iniziativa di un nuovo polo possa sedersi su qualche poltrona ministeriale, di cui non ci importa assolutamente nulla. Ed è degradante – ha aggiunto – la presunzione di autosufficienza che si scontra con la realtà”.

Dunque nessuno spiraglio per il governo “acquista tutto”? Non proprio: “Se il governo porterà in Parlamento iniziative serie – ha precisato Casini – noi le sosterremo. Alla luce del sole. Se il governo proporrà cose che riteniamo sbagliate, ci opporremo. Non possiamo essere una forza di complemento della maggioranza, ma possiamo sfidare il premier a elevare la qualità del suo stesso governo”.

E se l’ex presidente della Camera prova a mantenere socchiusa la porta alla maggioranza, lo stesso trattamento sembra riservare anche ai democratici di Pier Luigi Bersani, che da tempo lo incalzano per comprendere se esistono i margini per costruire un’alleanza antiberlusconiana. A Massimo D’Alema, che ieri in un’intervista a Il Riformista ha notato che l’atteggiamento dei centristi appare ambiguo e logorante, Casini risponde: “D’Alema finge di non capire che io ho già scelto. L’unica cosa che mi può far cambiare opinione è che scelga il Pd – ha punzecchiato – cosa che si ostina a non fare. Il Pd cerca semmai di assemblare; ma io non sono assemblabile. Noi non possiamo fare alleanze di governo con chi sbandiera il giustizialismo come Di Pietro, o con chi come Vendola – ha spiegato il leader dell’Udc – sceglie la Fiom anziché la Cisl e la Uil, Landini e non Bonanni”.

“Come si fa a pensare – ha insistito Casini – di poter proporre a un Paese come l’Italia una coalizione da Casini a Vendola? Non solo io umilierei la mia storia, accettandola. Sarebbe una coalizione incapace di governare. E quindi – ha tagliato corto – un regalo enorme a Berlusconi”.

Maria Saporito