Inizia a rendersi più chiaro il contesto in cui stamane è accaduto l’incidente alla fabbrica di fuochi d’artificio di Cosentini, una frazione di Santa Venerina, comune pedemontano della provincia di Catania.
A perdere la vita nell’esplosione sono stati il romeno Petru Merla, di 39 anni, e Giuseppe Adornetto, di 75 anni, residente a Mascali e considerato da tutti un mastro fuochista di provata esperienza. I corpi dei due uomini sarebbero stati ritrovati carbonizzati e dilaniati a causa dell’incredibile deflagrazione che si è prodotta, a causa di motivi non ancora chiari.
Coinvolto nell’incidente, vi è un terzo uomo di 45 anni, Gaetano Spina, figlio del proprietario dell’azienda che, dopo essere stato portato urgentemente all’ospedale di Acireale, è stato trasferito al reparto grandi ustionati del nosocomio di Cannizzaro (Aci Castello). Le condizioni di Spina sono ancora serie e la prognosi è stata dichiarata riservata.
Nel frattempo, il titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica, Enzo Serpotta, ha dichiarato: «È stata un’esplosione terribile, imponente e lavoreremo per accertare cosa sia accaduto. Uno dei due uomini è stato avvolto interamente dal fuoco» mentre l’onda d’urto causata dall’esplosione ha fatto sì che il corpo dell’altra vittima «sia letteralmente volato su un albero».
Il magistrato tiene a confermare le riserve iniziali sulla dinamica che ha portato all’incidente anche se, dai primi sopralluoghi, sembra avvalorarsi sempre più l’ipotesi di una manovra incauta durante «l’incapsulamento del materiale pirico».
Serpotta ha poi confermato che le indagini verteranno anche sul livello di sicurezza che vigeva all’interno dell’azienda di Cosentini: «Compieremo gli accertamenti necessari, su tutti i fronti, anche sulle norme di sicurezza e sulle autorizzazioni amministrative», ha concluso il sostituto procuratore catanese.
S. O.