Falsi invalidi: certificato a mafioso per evitare il carcere. A Montecatone si dimette un dirigente

Quello dei falsi invalidi è un tema che periodicamente riappare al centro delle cronache nostrane: lo si fa per prendere la pensione, per avere un posto comodo e sicuro dove parcheggiare la propria auto, per ottenere un posto di lavoro, ma a quanto pare anche per non andare in carcere.

E’ stato questo l’escamotage operato dal mafioso Silvio Balsamo, poi morto suicida, che per diverso tempo è stato ritenuto teraplegico – e dunque non idoneo al regime carcerario – grazie a un visto, che ne attestava la malattia, fornito dall’Istituto per la riabilitazione dei miolesi di Montecatone di Imola.

Le indagini hanno portato all‘identificazione del responsabile della presunta falsificazione: il colpevole dell’illecito sarebbe stato il responsabile dell’Unità spinale Mauro Menarini, attualmente costretto all’obbligo di dimora.

E’ però di poche ore fa, la notizia delle dimissioni di uno dei dirigenti della struttura clinica romagnola: Ilja Gardi.

L’uomo, dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia che lo avverte di essere sospettato per intralcio alla giustizia, ha rassegnato le dimissioni e in una nota dichiara: «Mi sono mosso in maniera nota, documentabile e trasparente. Devo prendere atto che mi viene contestata l’ipotesi di aver addirittura intralciato la giustizia, ipotesi di reato che dal mio punto di vista e percezione appare inverosimile e comunque in nessun caso intenzionale: la mia unica intenzione è stata quella di tutelare la continuità e la qualità dell’attività clinica, nonchè l’immagine di Montecatone come luogo di cura meritevole della fiducia dei pazienti e dei loro congiunti, sgombrando il caso da qualsiasi sospetto».

A finire nell’inchiesta è stato anche il primario Augusto Costa, sospettato dal pm Lorenzo Gestri e dal procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini di essere a conoscenza di quanto accaduto ma di non voler collaborare con gli inquirenti.

S. O.