Tutti morti i protagonisti della sparatoria avvenuta ieri mattina a Molassana, quartiere di Genova. Oltre al pensionato autore dell’omicidio, Carlo Trabona, e a sua moglie Antonina Scinta, sono morti anche i due fratelli Angelo e Loreto Cavarretta. Secondo il questore di Genova si è trattato di follia omicida, l’opera di una persona nevrotica che ha colpito per gelosia la moglie, il presunto amante e suo fratello.
Tutto è iniziato intorno alle 10.30. Trabona, muratore di 74 anni, stava parlando con i due vicini di casa, Angelo e Loreto Cavarretta, sotto i portici di un bar in via Piacenza. All’improvviso ha puntato la pistola contro di loro, colpendo a morte Angelo. Anche Loreto è stato ferito, ma è riuscito a fuggire, a raggiungere un supermercato e a chiedere aiuto ai dipendenti: ormai, però, la ferita al torace era troppo grave. Il rumore degli spari si è sentito per tutto il quartiere. La gente, spaventata, ha chiamato il 113. A questo punto, Trabona è tornato a casa, deciso a lavare col sangue il disonore di cui credeva di essere vittima. Ha raggiunto la moglie e l’ha freddata con un colpo secco all’orecchio destro. In seguito, ha chiamato al telefono la figlia minore, Caterina, per dirle ciò che aveva fatto e le ha annunciato di volersi suicidare. Poi ha bussato alla porta della famiglia di Loreto e ha confessato di aver ucciso il loro congiunto e suo fratello. Infine, in uno stato di forte agitazione psicomotoria, ha iniziato a bussare alle porte degli altri vicini, ribadendo di volersi uccidere. Ha cercato di entrare in casa loro, ma senza riuscirci.
A questo punto è arrivata la Polizia e ha isolato il palazzo dalla folla di persone che si era raccolta sotto. Tra di loro c’erano anche le figlie di Trabona, che piangevano e si abbracciavano. Dal citofono gli investigatori hanno spiegato la situazione agli abitanti del palazzo, raccomandando loro di restare in casa. Intanto, Trabona era sempre più agitato, teneva sotto tiro i poliziotti e farneticava. Alla fine si è puntato l’arma alla tempia e si è sparato.
Per l’ossessione del marito, Antonina, nel chiuso delle pareti domestiche, aveva già subito maltrattamenti, mai denunciati alla Polizia. Lo hanno raccontato le figlie della coppia, che hanno anche parlato dei problemi psichici dell’uomo.
Trabona, inoltre, aveva precedenti penali per duplice omicidio, associazione a delinquere e porto illegale d’arma. Tra l’altro, in passato, l’uomo era stato considerato un soggetto pericoloso per le sue frequentazioni con persone in odore di mafia. Condannato a oltre 20 anni in primo grado, era stato assolto per insufficienza di prove in secondo. Poi, nel 1967, era emigrato prima in Svizzera e infine a Genova, dove aveva iniziato a comportarsi in maniera esemplare. Altro punto da chiarire: la pistola usata per compiere la strage, una Smith Wesson calibro 38, era detenuta in modo illegale. Tutti aspetti sui quali sarà necessario indagare più a fondo.
m.e.t.