Il Pd di Caltagirone dice no al governo Lombardo

Lo avevano promesso e lo hanno fatto: nonostante i niet scanditi dalla segreteria regionale, che ha commissariato la sede del partito e sospeso il segretario, i democratici “dissidenti” di Caltagirone hanno ieri garantito lo svolgimento del referendum volto a comprendere se gli elettori fossero o meno d’accordo con l’appoggio del Pd al governo regionale di Raffaele Lombardo.

Il verdetto è stato plebiscitario: 2.068 votanti (97,4%) hanno detto ‘no‘, mentre soltanto 55 (2,6%) hanno votato a favore dell’alleanza. Un risultato rotondo che Gaetano Cardiel, il segretario calatino appena sospeso, ha salutato con grande entusiasmo e soddisfazione: “Non volevo dividere il partito – ha spiegato – ma soltanto consegnare un dato anche perché una partecipazione così ampia merita rispetto“.

Ma non tutti sono d’accordo con la sua osservazione, a partire da Giuseppe Lupo, il segretario regionale del Pd che ha disposto la sospensione di Cardiel e che continua a stigmatizzare contro il referendum indetto ieri a Caltagirone, sollevando dubbi sul regolare svolgimento delle votazioni. “Dai dati in mio possesso – ha dichiarato a risultati già diffusi – ha partecipato meno del 60% del popolo delle primarie ed è presumibile, anzi ne sono certo, che le altre 1.200 siano del Pdl“.

Una consultazione che quindi, secondo Lupo, non dovrebbe essere tenuta in considerazione perché falsata dalla partecipazione degli avversari politici, intenzionati a strumentalizzare il referendum e a favorire la spaccatura all’interno del partito isolano. E non è tutto perché ieri, mentre i democratici calatini (o presunti tali) si recavano alle urne per esprimere il loro parere sul sostegno al Lombardo quater, alcuni promotori del Movimento per l’autonomia (il partito del presidente della Regione Sicilia) hanno deciso di dare vita a una controiniziativa: la “Smascherata di Carnevale”. Una vera e propria parata carnascialesca, nel corso della quale i supporter di Lombardo hanno vestito maschere raffiguranti gli avversari politici del governatore, costretto a fare i conti con una maggioranza “patchwork” sempre più malferma.

Maria Saporito