L’identificazione di uno degli aggressori di Mario Adinolfi, giornalista pestato giorni fa, ha destato scalpore soprattutto per l’età media del branco: solo il ragazzino fermato avrebbe meno di 16 anni.
In merito a tale aspetto, il protagonista della sventura, si era detto “incredulo e ferito per essere stato oggetto di rabbia da parte di un ragazzo così giovane”.
Adinolfi ha, inoltre, dichiarato, nel corso di un programma radiofonico: “Avevo preso la targa del motorino ed è stato facile rintracciare il proprietario”.
Il padre del ragazzino autore del pestaggio aveva poi inviato una mail di scuse al giornalista, il quale ha accolto il gesto positivamente. “Era molto addolorato”, ha dichiarato, “spesso i genitori tendono a giustificare l’atteggiamento dei figli, invece ho trovato una persona in grado di ragionare con molta chiarezza, che conosce la rabbia che cova nel figlio e vuole aiutarlo. Io stesso sono padre di una ragazza di 14 anni e capisco quale può essere il travaglio di questo genitore”.
Per sottolineare la vicinanza quantomeno umana al disagio del ragazzo, Adinolfi ha proseguito affermando: “Spero di poter avere un momento di confronto con lui e con il ragazzo per poterlo aiutare, per capire le ragioni di questa rabbia che serpeggia nelle menti dei giovani”.
Il pestaggio è avvenuto in seguito, come già affermato sin dall’inizio, ad una lite in diretta che vide protagonisti Mario Adinolfi e Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, il quale gli aveva augurato, letteralmente, proprio un pestaggio.
“Ci siamo telefonati e chiariti. Lui mi aveva detto testualmente vorrei che ti picchiassero, io non l’ho mai messo in relazione con quello che mi è successo ma purtroppo proprio quella sera blob l’aveva rimandato in onda. La violenza verbale non va sottovalutata. Vanno abbassati i toni e io mi impegno a farlo”.
Sull’ondata di violenza che, spesso, causa drammatiche conseguenze nella Capitale, il giornalista ha dichiarato: “La città ogni tanto subisce queste giornate in cui scoppia una violenza incredibile, c’è qualcosa che cova sotto la cenere, nella mente dei giovanissimi, e bisogna analizzarlo con più attenzione. Ricordiamoci che pochi mesi fa, per un pugno è stata ammazzata una donna, Maricica“.
Carmine Della Pia