Fiat, Marchionne: “Nessun insulto all’Italia, voglio solo innovare”

Niente insulti all’Italia, ma solamente un tentativo di introdurre un nuovo modo di lavorare. E’ questa la replica dell’ad di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, al leader della Cgil, Susanna Camusso, che lo ha accusato di insultare il proprio Paese. “Se insulto significa introdurre un nuovo modello di lavoro – risponde Marchionne dal Salone dell’Auto di Detroit – mi assumo le mie responsabilità. Ma non lo è”. Per il dirigente d’azienda italiano, non è possibile confondere questo con un insulto all’Italia. “Anzi,- aggiunge – le vogliamo più bene noi cercando di cambiarla. Il vero affetto è cercare di far crescere le persone e di farle crescere bene. Stiamo cercando di farlo nel nostro mondo, a livello industriale, e ciò – ribadisce – non va confuso con un insulto”.

Marchionne sposta successivamente l’attenzione sul modo di operare industrialmente nel nostro Paese. Questo, secondo l’ad del Lingotto, deve essere, appunto, rinnovato, “così come il sistema delle relazioni industriali”. L’obiettivo dell’amministratore delegato della Casa torinese è, dunque, quello di cambiare una serie di relazioni che storicamente hanno guidato il sistema italiano. “In questo sono assolutamente colpevole”.

Lo stesso Marchionne cerca poi di gettare acqua sul fuoco in riferimento allo scontro, sempre più duro, tra la strategia Fiat e i leader delle organizzazioni sindacali Fiom e Cgil. “Non ce l’ho né con la Cgil,- spiega – né con Camusso, né con la Fiom e nemmeno con Landini. Hanno punti di vista completamente diversi dal nostro – prosegue – che non riflettono quello che vediamo noi a livello internazionale”.

Intanto, durante la commissione elettorale, riunitasi oggi a Mirafiori per organizzare il referendum sull’accordo del 23 dicembre, sono state confermate le date della consultazione che si svolgerà al terzo turno di giovedì 13 e al primo e secondo di venerdì 14 gennaio ed interesserà circa 5.500 lavoratori.

Mauro Sedda