Legittimo impedimento, inizia la discussione. Tutte le ipotesi della Consulta

Inizia stamattina la discussione della Consulta sul legittimo impedimento. La decisione dei giudici arriverà solo Giovedì, ma già oggi ci sarà il passaggio fondamentale di Piero Longo e Niccolò Ghedini, gli avvocati del Premier che difenderanno la legge davanti ai togati.

Negli scorsi giorni si è concretizzato il timore più grande sulla decisione: la Consulta potrebbe emettere una sentenza “interpretativa di rigetto”, con la quale salverebbe la legge ma farebbe ripartire a Milano i processi Mills, Mediaset e Mediatrade. Già perché in quel caso la legge sarebbe salva, ma l’impedimento presentato da Berlusconi in sede processuale sarebbe valutato dal giudice di volta in volta. Un esito che gli avvocati del Cavaliere vogliono assolutamente evitare, tanto da spingere Ghedini a minacciare l’offensiva mediatica contro i Pm di Milano nel caso in cui la Consulta non dovesse far passare senza eccezioni la legge 51/2010.

Ovviamente anche lo stesso Silvio Berlusconi si è affannato negli ultimi giorni per cercare di neutralizzare l’imminente decisione della Consulta. E infatti già Sabato scorso circolavano voci su una possibile proposta avanzata ai Giudici: voi approvate il mio scudo ed io metto da parte ogni polemica accantonando processo breve e riforma della magistratura. Al di là di questo, però, gli orientamenti di voto all’interno della Consulta sono quasi in equilibrio: finora solo Luigi Mazzella ha dichiarato esplicitamente di voler appoggiare la legge 51. Dello stesso parere (ma non si sono espressi) dovrebbero essere altri 6 giudici, mentre il relatore Sabino Cassese insieme ad altri 7 colleghi sembrano orientati alla bocciatura.

Una situazione nella quale anche un solo voto risulterà decisivo, e che sembra essere il sarcastico specchio della maggioranza dai numeri risicati alla Camera. Parallelo che porta la decisione del legittimo impedimento a mostrare il suo peso specifico nelle sorti della legislatura: con un Premier forte di uno scudo giudiziario la maggioranza avrebbe qualche possibilità in più di reggere (se non di rafforzarsi con qualche transfugo). Ma di fronte alla bocciatura del legittimo impedimento qualcuno potrebbe decidere di venire allo scoperto ed accelerare i tempi per nuove elezioni.

Da dicembre, quindi, non è cambiato nulla: se il neo presidente Ugo De Siervo aveva rinviato la decisione della Consulta per evitare di prendere decisioni in un clima politico teso, adesso dovrà farlo in un clima infuocato. E proprio sulla scia di questa tensione si ipotizza una sentenza che, se pur non approvi la legge, ne dia una lettura di compromesso. Oltre all’ipotesi dell’interpretativa di rigetto, Claudia Fusani su L’Unità di oggi, parla anche di sentenza “additiva”, con la quale la Consulta indicherebbe punto per punto quali sono i casi in cui l’impedimento dell’imputato sarebbe da ritenersi legittimo.

A quel punto il Parlamento potrebbe ricalcare le indicazioni dei giudici in una legge costituzionale blindata. Ma prima il Tribunale di Milano riaprirebbe le porte a Silvio Berlusconi. E in quel caso potrebbe trovarsi nella condizione di non poter declinare l’invito.

Cristiano Marti