Per Silvio Berlusconi è iniziata un’altra settimana di attesa e fermento.
Giovedì prossimo la Corte Costituzionale deciderà cosa ne sarà della legge sul legittimo impedimento che tanto giova all’attuale presidente del Consiglio per evitare le grane processuali in cui è da tempo coinvolto. Già da oggi, i componenti della consulta si sono riuniti dando inizio all’udienza.
A presiedere i lavori sarà il giudice Ugo De Siervo, eletto in precedenza dal Parlamento su indicazione del centro-sinistra, che l’ha spuntata su Alfonso Quaranta.
Ed è così che, a meno di un mese dal voto di fiducia ottenuto alle camere, Berlusconi tornerà a ragionare sui numeri e anche stavolta, stando alle opinione degli esperti, il risultato finale potrebbe giocarsi su una manciata di voti. Forse uno. Una differenza rispetto ai giorni che precedettero l’ormai famoso 14 dicembre c’è: nella discussione che porterà al voto sulla costituzionalità della legge sul legittimo impedimento, il Premier potrà adoperarsi ben poco nel tentativo di affascinare coloro che dovranno stabilire il verdetto.
Nessuna Siliquini, né Scilipoti. E difficilmente si potrà parlare di consulta-mercato come invece fatto con il termine , da buona parte dei media, in occasione della fiducia politica concessa all’attuale governo paragonando le lusinghe degli uomini del presidente del Consiglio agli esponenti dell’opposizione, alle trattative che si fanno per acquistare un calciatore di una squadra avversaria.
Ma all’attenzione della Corte Costituzionale vi è anche l’ammissibilità di sei referendum: uno dei quali, proposto su iniziativa dell’Italia dei Valori, riguarda appunto la richiesta di abrogazione popolare del legittimo impedimento. E a quanto pare, i giudici della Consulta dovrebbero concedere il via libera.
Per Berlusconi, dunque, i problemi con la giustizia potrebbero non essere ancora definitivamente messi da parte.
In attesa del verdetto della Corte Costituzionale, intanto, prepariamoci a un’invasione comunista nei prossimi giorni.
Simone Olivelli