Lombardo dal premier per parlare di Sicilia. Ma non solo

“Sabato scorso ho inviato al presidente Berlusconi una lettera per chiedergli un incontro, perché ho bisogno di un confronto serratissimo su vari problemi istituzionali: dal ponte sullo Stretto di Messina alla questione della spesa sanitaria“. Così il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, ha anticipato l’incontro che si svolgerà oggi a Roma con il presidente del Consiglio. Un faccia a faccia che il governatore considera improcrastinabile perché fondato sull’auspicio che si giunga a un compromesso ragionevole su alcune questioni particolarmente delicate.

Ma si tratta solo di faccende isolane? I più maliziosi giurano che nel corso dell’incontro tra i due, il Cavaliere non mancherà di sondare l’eventuale disponibilità dell’Mpa, il Movimento per l’autonomia capeggiato da Lombardo, a dare una mano all’affaticato governo. Per quanto, alla vigilia del vertice, lo stesso governatore abbia chiuso a qualsiasi SOS: “Non c’è alcuna possibilità – ha scandito – che l’Mpa rientri al governo. Io sono in un’area che definisco polo terzo con Rutelli, Casini e Fini”. Ma il premier, si sa, se vuole sa essere molto convincente e del resto segnali di “ammorbidimento” sarebbero già stati colti all’interno dello schieramento di Lombardo. Nei giorni scorsi, infatti, l’autonomista Ferdinando Lattieri, ha più volte invitato i compagni a dialogare col governo, spronandoli a seguire la linea tracciata da Pier Ferdinando Casini, che ha promesso di votare a favore delle iniziative più serie e convincenti proposte del governo. Senza cedere ad alcun pregiudizio.

Dunque, la via per un ritorno dell’Mpa a sostegno dell’esecutivo nazionale potrebbe non essere così sbarrata come vorrebbe far credere Raffaele Lombardo. Il quale è pressato a casa sua anche dai recenti “subbugli” verificatisi all’interno del Pd. Dopo l’ennesimo rimpasto regionale, il governatore era riuscito a conquistare l’appoggio dei democratici che però, adesso, pare stiano tornando sui loro passi, stimolati dai militanti che lamentano l’inopportunità di sostenere un governo regionale “pasticciato” come quello retto di Raffaele Lombardo.

Sia come sia, oggi a Roma il presidente dei siciliani sottoporrà all’attenzione del premier questioni quanto mai scottanti: dalla Siremar al Consorzio autostrade, passando per i lavori che interessano il Ponte sullo Stretto. Fino agli immancabili fondi Fas, le risorse destinate al Mezzogiorno mai giunte nelle “asciutte” casse siciliane. Risorse che – stando alle malelingue – potrebbero disegnare nuove intese tra Palermo e Roma e, perchè no, magari incoraggiare qualche “aiutino” anche in Parlamento.

Maria Saporito