«Per noi quello di Yara non è più un caso di polizia giudiziaria, è qualcosa di più. Noi lavoriamo perché vogliamo riportare a casa Yara viva, e ci riusciremo, basta un pizzico di fortuna». Con queste parole il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, ha risposto alle domande di chi gli chiedeva nuove notizie sul caso della scomparsa di Yara Gambirasio.
Non è ben chiaro se la dichiarazione del questore della città lombarda sia frutto del desiderio dell’uomo Ricciardi di volere che questa triste vicenda si concluda con un lieto fine, oppure siano frasi dettate dalla consapevolezza che si sono fatti passi avanti nelle indagini e che, dunque, l’idea secondo cui la tredicenne scomparsa, lo scorso 26 novembre, a Brembate di Sopra (Bg) possa essere viva e nascosta da qualche parte, magari nemmeno lontano dal paese di residenza, sia una reale possibilità.
Ricciardi ha dichiarato di aver parlato con i genitori e di averli incoraggiati a «confidare sul l’operato delle forze dell’ordine», mentre ai giornalisti che gli chiedevano ragguagli su come procederà l’inchiesta nei prossimi giorni, il questore di Bergamo ha risposto che tutte le ricerche pianificate sono «effettuate con metodicità e non casualmente».
Quest’ultima risposta potrebbe essere stata data in riferimento ai dubbi sollevati da molti sul modo in cui sono andate avanti le indagini nelle ultime settimane, con nuovi sopralluoghi in zone già setacciate dagli investigatori e la decisione di riascoltare più di una volta parecchi testimoni come nel caso di Enrico Tironi, il giovane che ha dichiarato di aver visto Yara intenta a parlare con due uomini, la sera della sua scomparsa, già interrogato ben cinque volte.
Nella foto: il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi.
S. O.