Berlusconi dalla Merkel. Attacchi ai giudici e all’opposizione

Totalmente indifferente al fatto se possa esserci un fermo o meno ai miei processi, perché sono processi ridicoli su fatti inesistenti, ha ribadito proprio oggi il premier. Nel corso della conferenza stampa che segue il vertice bilaterale a Berlino con Angela Merkel. Il premier ha aggiunto, svelerò agli italiani di cosa si tratta e verrà fuori la patologia della nostra democrazia in cui il potere giudiziario ha esondato dalla sua orbita. Ovviamente delle accuse, qualora fosse bocciato il legittimo impedimento, il premier dovrà rispondere in tribunale e non in tv.

Il premier quindi non sembra preoccupato per l’imminente decisione della Consulta sul legittimo impedimento. Berlusconi è assolutamente indifferente ad un stop o meno dei suoi processi.
Anche se lo stop viene posto da una legge della maggioranza di cui lui è leader, anche se il legittimo impedimento è facoltativo, ovvero il premier avrebbe potuto non avvalersi di questo provvedimento.

Berlusconi chiude ad un dialogo con l’opposizione, avanzato anche in mattinata dal presidente della Camera Fini, che aveva ipotizzato una collaborazione tra maggioranza e opposizione per il bene del paese.
Non credo in una grande coalizione in Italia, perché manca un’opposizione socialdemocratica. Abbiamo un’opposizione divisa, senza idee, progetti, senza leader. Non vediamo dentro questa opposizione nessuna persona che possa essere presa sul serio con cui sia possibile parlare in modo serio, ha aggiunto il premier.

Italia e Germania sono convinte che la stabilizzazione economica della zona Euro non possa avvenire senza un “grande coordinamento politico”. Un coordinamento che “va rafforzato e portato avanti”, ha detto Angela Merkel. Berlusconi ha spinto la candidatura di Mario Draghi alla Bce: ”Ovvio che saremmo onorati se la scelta europea cadesse su governatore nostra banca d’Italia”.

Il premier ha parlato anche della vicenda Fiat, auspicando un “esito positivo” per l’accordo Fiat tra sindacati ed azienda. Se ciò non dovesse accadere le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri paesi.

Non sono mancate le contestazioni a Berlino.
No al paese di berlusconia”, “l’Europa non ha bisogno di un berlusconistan”. Sono queste le scritte apparse su due cartelli esposti davanti alla cancelleria federale a Berlino.

Matteo Oliviero