La presunta invenzione del cronovisore di Padre Pellegrino Ernetti

Nel 1972 la “Domenica del Corriere” pubblica un’intervista, destinata a fare scalpore, al monaco benedettino Padre Pellegrino Ernetti, già conosciuto come esperto di musica antica, laureato in fisica ed esorcista della diocesi di Venezia. In essa Ernetti parla degli esperimenti da lui condotti con un apparecchio che chiama macchina del tempo o cronovisore, che avrebbe realizzato insieme a Agostino Gemelli (medico fondatore dell’Università Cattolica di Milano), con il quale aveva collaborato ad alcune prove di comunicazione con i defunti, ed alcuni importanti scienziati, tra i quali Enrico Fermi e Wernher von Braun.

Nell’intervista il monaco descrive il meccanismo di funzionamento del cronovisore come il risultato dell’applicazione delle teorie di Einstein: riportando le parole di Padre Ernetti “l’intera elaborazione si basa su un principio fisico accettato da tutti, secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse non si distruggono ma si trasformano e restano eterne e onnipotenti, quindi possono essere ricostruite come ogni energia, in quanto esse stesse energia”. In pratica la macchina sarebbe stata in grado di mostrare qualsiasi fatto accaduto nel passato, sintonizzandosi, con tecniche ad oggi ignote, sulle scie energetiche lasciate dall’evento.

Sebbene non esista nessuna prova tangibile della realizzazione e del funzionamento di tale dispositivo, non sono mancate negli anni successivi, e neanche oggi, persone disposte a porre fiducia nelle parole di Padre Ernetti. In particolare il teologo francese François Brune, che ebbe l’opportunità di parlare con il monaco (traendone ispirazione per il suo libro fantascientifico “Il nuovo mistero del Vaticano. La macchina del tempo” del 2002), colloquio durante il quale Ernetti affermò di aver assistito grazie al cronovisore a vari eventi storici tra i quali un discorso di Mussolini, uno di Napoleone, una scena del mercato ortofrutticolo di Traiano, un discorso di Cicerone (la prima Catilinaria), e la presentazione del Tieste del poeta latino Ennio nel 69 a.C..

Ma il racconto più incredibile di Padre Pellegrino Ernetti fu quello nel quale disse di essere stato testimone della passione e della crocifissione di Gesù Cristo, arrivando addirittura a divulgare una presunta istantanea del volto di Cristo. Purtroppo il trucco, nemmeno troppo difficile da svelare, apparve chiaro nel giro di pochi mesi: la figura ritratta era quella di una statua lignea che si trovava nel Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza nei pressi di Todi.

E’ probabile che Ernetti sia rimasto colpito ed abbia preso spunto dal racconto di Isaac Asimov “Il cronoscopio” (titolo originale “The Dead Past”) pubblicato nel 1956, e abbia utilizzato l’idea del famoso scrittore di fantascienza per creare un “caso”.

Il racconto di Asimov propone una riflessione sulla necessità della burocrazia e del controllo dall’alto nella ricerca scientifica. Arnold Potterley, Professore di Storia Antica, vuole a tutti i costi utilizzare la cronoscopia (esame visivo del tempo) per svelare un mistero riguardante l’antica Cartagine, ma non riceve l’autorizzazione necessaria dal governo. Un giorno incontra un giovane ricercatore di fisica, Jonas Foster, che insinua il dubbio che il cronoscopio non esista affatto ma sia un’invenzione delle autorità: i due decidono quindi di tentare di costruirne uno. Quello che scoprono è che le autorità hanno reso nota una serie di menzogne riguardo a questo strumento, ed è per questo motivo che le richieste del professore sono state negate. Ma Potterley nasconde un terribile segreto, e per tutelarlo, inizia una guerra contro il giovane Foster al fine di impedirgli di pubblicare i risultati del loro esperimento.

Lascio a voi il piacere di scoprire il finale di questo intrigante ed attualissimo racconto, che si può trovare pubblicato in italiano nelle raccolte “Il meglio di Asimov” e “Isaac Asimov, Tutti i racconti, Vol 1”.

Alice Ughi