Oliviero Toscani e il calendario sulla vagina: mostra sì, mostra no

Oliviero Toscani continua a far parlare di sé.
La tanto discussa mostra sul suo nuovo calendario 2011 interamente dedicato alla vagina, realizzata per il “Consorzio Vera Pelle Italiana conciata al Vegetale” e distribuito dal Rolling Stones Magazine, che dovrebbe esser presentata domani in occasione del Pitti Uomo 2011, è ancora oggetto di controversie.

L’irriverente fotografo, del resto, aveva già chiarito la sua provocazione in un’intervista per il settimanale CQ: “Sul tavolo l’oggetto del desiderio, che come tutti gli oggetti del desiderio, crea dei problemi, soprattutto a chi non ha desideri. La vagina da quando è nata l’umanità è apparsa sulla Terra come un mistero insondabile, che turba ed attrae. Da qui ha origine la vita di ognuno, qui vorremmo tutti ritornare dopo la morte e qualche volta anche prima. La vagina è autentica“.

Eppure il Consiglio comunale di Firenze non vorrebbe concedere la sua ospitalità al calendario. Alle decisione si è fermamente opposto il parlamentare Partito democratico Roberto Giachetti. ”Mi ha colpito questo provvedimento”, scrive Giachetti, in una lettera aperta indirizzata ai consiglieri comunali fiorentini. ”E’ mai possibile che proprio dalla città del Burchiello e di Guido Cavalcanti, del Piovano Arlotto e del Pulci, di Aldo Palazzeschi e Indro Montanelli, possa venire un messaggio di chiusura, di rifiuto verso una provocazione culturale, anche se di gusto assai dubbio?”, si chiede. ”E’ come se al Museo d’Orsay a Parigi esponessero girata L’origine del mondo di Gustave Courbet, riderebbe il mondo intero, anzi sarebbe una contraddizione e un’offesa per Parigi”. ”Una citta’ che e’ simbolo in tutto il mondo di liberta’ di giudizio e di pensiero, di amore per la polemica, gusto per l’intelligenza e passione per la vita non puo’ contraddirsi con un provvedimento burocratico”, sottolinea Giachetti.

Anche dal punto di vista procedurale, l’idea che un ordine del giorno del consiglio comunale possa mettere al bando una mostra, come fosse una grida manzoniana, finirebbe per ledere una istituzione che rappresenta la citta’ tutta”, osserva il parlamentare del Pd. ”Invito percio’ i consiglieri comunali a valutare nuovamente l’orientamento preso, sia dal punto di vista culturale, sia da quello amministrativo. Perche’ senza ironia, senso della storia e del futuro si viene meno alla vocazione stessa di Firenze, città dell’arte e della libertà, di contrasti e anche di scontri, ma mai di censura”.

Martina Guastella