Roma: “pietre d’inciampo” per non dimenticare la shoah

Oggi e giorno 13 gennaio verranno apposte a Roma nel I Municipio (Centro Storico), nel II Municipio (Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Trieste), nel III Municipio (Castro Pretorio, Nomentano, Tiburtino), nel XI Municipio (Appio, Ostiense, Ardeatino), nel XVII Municipio, (Borgo, Prati, Balduina) e davanti alle case in cui hanno vissuto le famiglie dei deportati ebrei, 54 “ pietre d’inciampo”.

Questi sanpietrini, le ‘Stolpersteine‘, ideati dall’artista tedesco Guenter Demnig, che ha già proposto e attuato l’idea per la prima volta in Germania, e più precisamente a Colonia nel 1995, saranno simboli per ricordare la deportazione degli ebrei e degli oppositori politici. Ad oggi le pietre d’inciampo sono diventate ben 22mila: in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi e a partire dallo scorso anno anche in Italia sono infatti stati installati.

L’inciampo – ha detto Zevi – non è fisico, ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità“.

Non a caso infatti le Stilpersteine sono state apposte anche proprio davanti alle case dove abitavano uno o più deportati. La superficie di queste pietre, in ottone trasparente con incisi il nome e il cognome della persona deportata, l’anno di nascita, la data, il luogo della deportazione e la data di morte se nota, li rendono distinguibili dal resto della pavimentazione.

La seconda edizione di ‘Memorie d’inciampo a Roma‘ (la prima si è svolta l’anno scorso) è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, e promossa da ANED (Associazione Nazionale ex Deportati), ANEI (Associazione Nazionale ex Internati), CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo Storico della Liberazione, e organizzato da Incontri Internazionali d’Arte.

Martina Guastella