Emergenza in Brasile. Le alluvioni degli ultimi tempi stanno mettendo in ginocchio tutto il sud del paese.
Rio de Janeiro, rinomata per il suo carnevale e i suoi divertimenti, sta attraversando giorni tragici. Sono duecentosessanta le vittime registrate in questa città, oltre agli edifici distrutti e villaggi sommersi. Attualmente sono circa ottocento fra soccorritori e vigili del fuoco, che sono al lavoro per cercare di salvare gli abitanti. Tre di loro hanno perso la vita. Questo evento però non ha lasciato indifferente il governo brasiliano che ha promesso aiuti umanitari 500 milioni di dollari e domani, la neopresidente Dilma Rouseff si recherà a Rio per una visita ufficiale. Già nel gennaio dello scorso anno, il sud-est venne colpito da forti piogge, con un epilogo di dozzine di morti. Le inondazioni di questo mese sembrano non avere precedenti. “Vivo qui da venticinque anni e non ho mai visto nulla di simile” dice un cittadino. Le linee telefoniche e le reti di energia elettrice sono sospese e, non c’è acqua potabile.
Intanto si calcolano centotrenta morti a Teresopolis, città montana dello stato fluminense ormai sommersa. “Una catastrofe gigantesca” dice il sindaco Jorge Mario Sedlacek. Non sono migliori le condizioni a Sao Paulo, dove si registrano tredici morti. Per il Brasile è una vicenda dalle conseguenze drammatiche, fin ora mai viste. Fra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, le alluvioni hanno sommerso più parti del mondo. In Asia paesi come Pakistan e Cina, Germania, Polonia e Repubblica Ceca le zone europee colpite. Dall’inizio dell’anno anche il Brasile ha visto questo fenomeno. Per la Rouseff una delle sfide più difficile dalla sua presidenza.
Matteo Melani