Fiat, Camusso: le fabbriche saranno come le caserme

Decide di non usare mezzi termini il segretario della Cgil, Susanna Camusso, per commentare le attuali polemiche sul caso dello stabilimento di Mirafiori che vedono al centro della questione la diatriba tra l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, e gli operai che lavorano nell’industria torinese.

La dichiarazione della Camusso arriva proprio nelle ore in cui si sta svolgendo – il voto proseguirà anche nella giornata di domani -, presso la sede di Mirafiori, il tanto discusso referendum, il cui risultato andrà a incidere sulle prossime scelte strategiche dell’azienda della famiglia Agnelli.

Il segretario Cgil ha parlato di fabbriche sempre più simili a delle caserme, alludendo al fatto che i posti di lavoro tendono a tramutarsi in luoghi dove gli ordini partono dall’alto, senza una dialettica interna tra le parti in causa. Altro che conflitto di classe.

Nell’intervento della Camusso viene sottolineato come «anche nei luoghi di lavoro c’e’ bisogno di democrazia, se è solo l’imprenditore a scegliere e il lavoratore non può farlo, c’è un vulnus democratico».

A rispondere alle parole del primo segretario donna nella storia della Cgil, arriva il commento di Raffaele Bonanni, segretario Cisl, che intima: «Giù la maschera. La Fiom ha già firmato in passato altre deroghe, sarebbe il caso di mettere fine a questa sceneggiata indecente».

Rileggendo le parole e  toni utilizzati da Bonanni, che in questa vicenda, così come nel caso di quella che vide protagonista lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, si trova in netta contrapposizione con la Fiom guidata da Maurizio Landini, ma anche lontana dal parere della Cgil, non si può notare come si faccia fatica ad associare il suo pensiero a quello di un sindacalista. Non fosse altro che, al di là della sigla sindacale, qui si parla comunque di lavoro e di operai.

Simone Olivelli