Inter-Genoa 3-2: Leo sorride ma non troppo, Ballardini se la prende con l’arbitro

Una partita scoppiettante, a tratti divertente. E che ha premiato l’Inter: i nerazzurri, con il 3-2 di ieri, si sono assicurati i quarti di finale di Coppa Italia. Resta a bocca asciutta il Genoa, penalizzato da una decisione quantomeno rivedibile dell’arbitro Pierpaoli che ha solamente ammonito Ranocchia nell’occasione del rigore del 2-1.

L’angolo nerazzuro – E’ arrivata, per Leonardo, la terza vittoria consecutiva: ma il tecnico dell’Inter non è pienamente soddisfatto: “Avremmo dovuto gestire meglio la gara dopo il 3-1. Dovevamo tener palla e addormentare la partita. Invece abbiamo sofferto l’iniziativa del Genoa“.
L’allenatore brasiliano si sofferma anche su qualche prestazione individuale: Ranocchia e Materazzi si sono mossi bene, episodio del rigore a parte. Non so se Ranocchia dovesse essere espulso: non ho rivisto l’episodio e non commento. Bene Santon e anche l’atletismo che ho visto in mediana”.
Chiosa su Muntari, sostituito e polemico: “Avevo deciso di far giocare qualche minuto a Biabiany. Reazioni di quel tipo fanno parte del gioco. Abbiamo già parlato: il gruppo lo ama e lo spinge a fare sempre bene.
Io devo far ruotare tutti: quando tutti sono in forma i problemi sono tutti del tecnico: è su di me che grava il peso delle scelte”.

Chissà Benitez cosa ne pensa di questa difficoltà di abbondanza.

Ballardini ce l’ha con l’arbitro – Chi non sorride nemmeno un po’ è il tecnico genoano Ballardini, furibondo con il direttore di gara: “Abbiamo giocato una gran gara, creando più occasioni dell’Inter. Ma poi bisogna subire cose del genere: mi riferisco al mancato rosso a Ranocchia. C’è tanta sudditanza: l’arbitro fa sempre il suo lavoro ma spesso viene condizionato dal nome della grande squadra. E fare una gran prestazione, per noi, non sempre basta”.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Ballardini commenta: “Abbiamo giocato bene: certo, nel primo tempo potevamo ripartire meglio ma in attacco c’erano un giovanissimo come Boakye e un ragazzo che ancora non conosce a pieno il calcio italiano come Rudolf. Con Sculli e Palacio, infatti, la musica è cambiata. Gli ultimi due sono preziosi per il nostro gioco: sono felice di averli recuperati”.

Edoardo Cozza