Lavoro: a Milano solo 18% dei giovani ha contratto a tempo indeterminato

Tra i giovani milanesi uno su due guarda con maggiore interesse allo stipendio e solo il 20% svolge un’attività corrispondente al titolo di studio. Un rapporto con l’impiego lavorativo definito dalla Cisl di Milano ‘utilitaristico’. Solo il 18,8% di essi ha, inoltre, un contratto a tempo indeterminato. I dati in questione sono stati resi noti proprio dalla Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori del capoluogo lombardo.

L’importanza del fattore economico, scaturita dall’indagine condotta nella metropoli, è, dunque, confermata dal fatto che i lavoratori di giovane età hanno soprattutto contratti flessibili, sono impegnati in attività che spesso c’entrano poco con gli studi che hanno fatto e con i propri desideri ed una buona parte si dice disponibile ad andare a ‘cercar fortuna’ all’estero.

Lo studio è stato effettuato su un campione di individui di Milano e provincia, suddivise in fasce d’età che vanno da 18 a 24 anni e da 25 a 34 anni. Di questi lavora il 59,8% (51% tra i 18 e i 24 anni; 68,6% tra i 25 e i 34 anni), non lavora il 20,3%, non risponde il 19,9%. Tra gli occupati il 27,4% ha un contratto a tempo determinato/a termine, il 22,2% a progetto/di collaborazione, il 18,8% a tempo indeterminato (12,2% tra i 18 e i 24 anni; 25,3% tra i 25 e i 34 anni), il 12,2% interinale, il 6,6% è socio di una cooperativa, il 5,1% lavora in nero.

Ribadendo quanto già detto, per il 50,2% degli intervistati, a contare di più nella scelta di un lavoro è l’aspetto economico, per il 26,1% l’inquadramento professionale, per il 10,5% la tipologia contrattuale e per il 6,9% la vicinanza al luogo di residenza. Il 36,6% ha rivelato di aver trovato l’impiego tramite un’agenzia del lavoro, il 23,3% grazie a conoscenze, il 16,6% con annunci, il 9,9% navigando su internet, il 4,1% attraverso la scuola. Delle persone ‘indagate’ solo il 20,5% svolge una professione che corrisponde al proprio titolo di studio, il 35,9% in parte, il 36,6% no. Sono disponibili, infine, ad andare a lavorare all’estero il 48,4% dei giovani del milanese, il 41,4% ha dato invece parere negativo.

Mauro Sedda