Roma, si allungano i tempi per la nuova giunta

La Capitale potrebbe rimanere senza giunta ancora per qualche giorno. L’ipotesi che i nomi dei nuovi assessori e i nuovi consiglieri scelti dal sindaco Alemanno vengano ufficializzati solo nei prossimi giorni (e non entro oggi, come annunciato in un primo momento) si fa sempre più accreditata. Il primo cittadino di Roma ha incontrato ieri sera il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di ritorno dal vertice istituzionale a Berlino.

“Abbiamo parlato di Roma Capitale – ha riferito oggi Alemanno – abbiamo parlato della formazione della nuova giunta e di tutti quelli che sono i problemi anche presenti nel Milleproroghe che riguardano Roma. Sulla giunta – ha precisato – mi ha dato carta bianca“. Dunque, la possibilità paventata negli scorsi giorni da qualche pidiellino che il premier potesse intervenire personalmente sulla nomina di qualche assessore capitolino o, perlomeno, condizionarne la scelta, è stata definitivamente archiviata da Gianni Alemanno. Il quale ha però mantenuto il massimo riservo sul toto-nomine.

Stando ai beninformati, però, almeno 4 assessori saranno riconfermati con le deleghe precedenti: Marco Corsini, responsabile dell’Urbanistica; Davide Bordoni, assessore al Commercio; Alfredo Antoniozzi, titolare dell’assessorato alla Casa e al patrimonio e Fabrizio Ghera, che ha finora occupato la casella cruciale dei Lavori pubblici. Risulterebbe “blindata” anche la riconferma del vice-sindaco, Mauro Cutrufo, mentre per tutti gli altri l’opportunità di prolungare la loro permanenza al Campidoglio potrebbe rappresentare un’eventualità assai remota.

Intanto anche tra le file dell’opposizione romana, c’è aria di fermento. I più ottimisti tra i democratici, infatti, hanno letto nella “carta bianca” concessa da Berlusconi ad Alemanno il segno di una crisi embrionale tra l’amministrazione comunale e il governo, che potrebbe portare con sé conseguenze pesanti per il primo cittadino di Roma: “Non facciamoci trovare impreparati dalla rottura dell’asse tra Alemanno e il governo Berlusconi – si rumoreggia nel quartier generale del Pd capitolino – le cose potrebbero precipitare e il sindaco comunque ne uscirà male”.

Maria Saporito