Yara, il criminologo Bruno raggela tutti: Difficile che la ragazza sia viva

Continua il mistero che avvolge la figura della piccola Yara Gambirasio, scomparsa lo scorso 26 novembre nel paesino di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo.

Dopo quasi cinquanta giorni da quello che oramai è a tutti gli effetti un rapimento, i passi avanti fatti nelle indagini sembrano davvero esigui. Gli inquirenti, pur non lesinando alcuna energia e adoperandosi in qualsiasi tentativo che possa portare a ricavare qualsiasi tipo di indizio, sembrano brancolare nel buio; o, almeno, è ciò che appare osservando l’inchiesta dall’esterno.

Dopo gli interrogatori a tappeto, ripetuti più volte nel tempo, l’utilizzo di strumentazione sofisticata come il geo-radar, segnalazioni anonime più o meno inquietanti, gli interrogativi che riguardano l’intera vicenda rimangono lì, fermi e comunque tragici.

Chi c’era quella sera ad aspettare Yara fuori dalla palestra? Quanti erano? Come è possibile che in così poco tempo – sono davvero pochi i minuti di cammino che separano la struttura sportiva dalla casa dei Gambirasio – si sia potuto svolgere tutto, senza lasciare tracce? Senza che qualcuno abbia visto qualcosa?

In queste quasi sette settimane di attesa, i sentimenti dei familiari e di tutti coloro che hanno preso a cuore le vicende dell’adolescente hanno fatto su e giù: montagne russe di paure e speranze.

Oggi, è una di quelle volte in cui il timore di una tragedia ancora nascosta sembra avere il sopravvento. Chiamato in causa, il criminologo Francesco Bruno, particolarmente conosciuto dal pubblico televisivo, ha fatto raggelare i cuori di chi ancora nutre speranze sul ritrovamento in buona salute della ragazza.

Bruno ha dichiarato che secondo lui è ormai «difficile che Yara sia viva. E’ stata rapita da professionisti. E’ sparita in dieci minuti senza lasciare tracce. Chi l’ha portata via, aveva studiato un piano».

Per chi non ha perso fiducia nelle qualità investigative degli uomini che si stanno occupando del caso, non rimane che sperare che questi professionisti del rapimento non abbiano smarrito un’ultima parvenza di umanità e che si facciano vivi, comunicando qualsiasi cosa. Per adesso, quello che importa a tutti è che Yara sia viva.

S. O.