Non si placano le alluvioni in Brasile. Nello Rio de Janeiro le vittime totali, fin ora conteggiate sono 522 e gli sfollati tredicimila. Un tragico bilancio destinato ad aumentare. Danni umani, ambientali ed economici per un paese protagonista nello scenario mondiale.
Dal primo gennaio le piogge hanno messo in ginocchio il sud del Brasile, sommergendo intere città. Negli ultimi giorni le alluvioni si sono intensificate. Una tragedia senza precedenti, dove oltre alle perdite umane, ha sospeso linee telefoniche ed energia elettrica. Da tre giorni i soccorritori stanno tentando di salvare più gente possibile, alle volte invano. La paura rimane per chi si trova nelle zone di montagna, difficili da raggiungere e più sensibili alle inondazioni. Per Teresopolis, Caraguatatuba e Nova Friburgo si prevedono morti e dispersi in quantità più alta di altri posti.
Gli abitanti sono disperati e, ormai senza casa, cercano di trovare sistemazione come possono. “Gli ospedali sono sovraffollati”, spiega un medico di Teresopolis, aggiungendo che anche le caserme “sono pronte ad ospitare”. Gli ospiti di una palestra di Nova Friburgo in tre giorni sono passati da settecentocinquanta a mille, a dimostrazione della tragedia in cui stanno versando.
Intanto il governo ha promesso che stanzierà aiuti umanitari 500 milioni di dollari. Dagli ultimi dati, emerge che 222 sono morte a Teresopolis, 216 nella vicina Nova Friburgo e 41 a Petropolis. “Ho amici nelle vicinanze” dice un residente di Campo Grande, località montana. “Non ho più notizie di loro. Qui tutto è morto. Ci mettiamo nelle mani di Dio”.
Matteo Melani