Oliviero Toscani: stop al calendario sul pube femminile


Lo scalpore e la forte eco mediatica nata intorno all’ultima creazione del fotografo Oliviero Toscani, ovvero il calendario che immortala il pube femminile per dodici mesi, ha portato a sé una poco inaspettata censura.

L’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria blocca il calendario di Toscani acconsentendo alla sommossa inscenata dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Firenze, che si era detta sconvolta e offesa per l’accostamento del pube femminile alla pelle conciata di un animale. La creazione, infatti, è stata ideata su commissione del Consorzio Vera Pelle Conciata al Vegetale.

l fotografo, adirato, ha usato parole dure sia contro l’Istituto, definito “mafioso”, sia contro il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, che aveva accolto le ire dei detrattori: “Ho avuto tra le mani il calendario del ministro Carfagna e c’è da dire che è proprio volgare, non è certo come il mio. Se avessi fatto io quegli scatti, sarebbe diventata più bella, sarebbe diventata primo ministro e non solo ministro delle pari opportunità”.

Al di là della censura, l’artista biasima fortemente il motivo per cui il suo calendario è stato definito lesivo all’immagine della donna: “Non è che la Fiat abbia bisogno della donna con i tacchi alti per la sua pubblicità. Allora, in questo caso, perché nessuno si lamenta? L’abbinamento con il prodotto non c’entra niente. Bisogna essere malati per dire una cosa così, quindi che questi personaggi vadano dal dottore a farsi curare”.

Sull’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, infine, ha espresso, forse, il suo giudizio più adirato, dichiarando: “Questo istituto è una corporazione privata, come la mafia. Non mi interessa, è un istituto che appartiene ad un gruppo di pubblicitari che vogliono che tutto sia piatto, così almeno non si devono impegnare tanto. Io non ho niente a che fare con loro, io non sono un pubblicitario. Qui la giustizia ufficiale non c’è, non ci sono i carabinieri, non c’è nulla”.

Carmine Della Pia