Sri Lanka: dopo l’alluvione arriva il rischio epidemie

Ventuno morti e più di un milione di persone danneggiate dall’ondata di maltempo abbattutasi negli ultimi giorni. Questi i dati diffusi oggi dal Centro per la gestione dei disastri naturali (Dmc) dello Sri Lanka. Un primo bilancio destinato a peggiorare nelle prossime ore, con il governo che ha già lanciato richieste di aiuto attraverso una raccolta di beni primari, coperte ed acqua potabile. Sono già 250 mila, infatti, i senza tetto a causa delle alluvioni e del maltempo. Per raggiungere le zone rimaste isolate il governo ha già dato il consenso all’utilizzo dei mezzi dell’aeronautica militare.

Sono stati predisposti – si legge in un comunicato stampa della Dmc – 534 accampamenti in cui sono stati sistemati, nutriti e curati 72.041” sfollati. Attualmente i dati diffusi dal Centro parlano di oltre 17 mila case completamente rase al suolo. Dopo circa una settimana di maltempo iniziano ad attivarsi anche i primi aiuti internazionali: il Programma Alimentare Mondiale (Pam) ha organizzato operazioni di consegna nell’est del Paese, dove si registra il maggior numero di danni. Compito difficile da realizzare nella zona col maggior numero di danni. Dopo oltre 100 tonnellate di cibo già distribuite, la vera emergenza è la scarsità delle riserve alimentari nei magazzini dell’Onu (entro aprile tutte le scorte andranno esaurite).

Colpiti anche il centro e il sud del Paese, con diverse scuole costrette a chiudere nei distretti di Batticaloa, Polonnaruwa, Nuwara Eliya, Moneragala, Badulla, Kegalle e Kandy. Altro pericolo imminente potrebbe essere il diffondersi di epidemie: i medici, infatti, si stanno già attrezzando per arginare focolai di tifo e diarrea, a causa delle contaminazioni delle riserve d’acqua.

Intanto il Dmc è a lavoro anche per la ricerca dei dispersi: attualmente sarebbero 12 le persone scomparse dopo le inondazioni degli scorsi giorni.

Impedimenti anche per il presidente Mahinda Rajapaksa, che non ha nemmeno potuto raggiungere in elicottero il distretto di Batticaloa, fra i più colpiti e popolati.

Cristiano Marti