“Approvare forme di unione che snaturano l’essenza e il fine della famiglia, finisce per penalizzare quanti, non senza fatica, si impegnano a vivere legami affettivi stabili, giuridicamente garantiti e pubblicamente riconosciuti”. E’ quanto dichiarato ieri da Benedetto XVI, che ricevendo gli amministratori di Roma e del Lazio per il tradizionale scambio di auguri di inizio d’anno, ha espresso non poche perplessità in merito alle nuove norme che garantiscono maggiori diritti alle tanto contestate unioni di fatto.
“L’approvare forme di unione che snaturano l’essenza e il fine della famiglia – ha sottolineato il Pontefice – finisce per penalizzare quanti, non senza fatica, si impegnano a vivere legami affettivi stabili, giuridicamente garantiti e pubblicamente riconosciuti. In questa prospettiva la Chiesa guarda con favore a tutte quelle iniziative che mirano ad educare i giovani a vivere l’amore nella logica del dono di sé, con una visione alta e oblativa della sessualità”.
Ratzinger ha dunque ribadito il secco ‘no’ della Chiesa all’eutanasia e all’aborto, chiedendo agli amministratori politiche di sostegno concreto alla famiglia, a partire dall’apertura di asili nido.
“L’elevato numero di aborti che vengono praticati nella Regione Lazio non può lasciare indifferenti”, ha affermato il Papa, ricordando che “l’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo”. “La comunità cristiana – ha evidenziato Ratzinger – attraverso numerose ‘Case famiglia’, i ‘Centri di Aiuto alla Vita’ e altre analoghe iniziative, è impegnata ad accompagnare e dare sostegno alle donne che si trovano in difficoltà nell’accogliere una nuova vita”. Ma, ha precisato Ratzinger rivolgendosi agli amministratori presenti alla cerimonia, “le pubbliche Istituzioni sappiano offrire il loro sostegno affinché i Consultori familiari siano in condizione di aiutare le donne a superare le cause che possono indurre ad interrompere la gravidanza”.
Quanto all’eutanasia, altro tema etico di particolare rilevanza, l’invito è “a promuovere una cultura che rispetti la vita fino al suo termine naturale”, perché “la misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente”. La battaglia contro l’eutanasia è pertanto, a detta del Pontefice, anzitutto culturale.
Non poteva mancare un riferimento alla crisi che sempre più attanaglia le famiglie privandole di serenità. “In questi ultimi tempi – ha detto il Papa – la serenità delle nostre famiglie è minacciata dalla grave e persistente crisi economica, e molte famiglie non riescono più a garantire un sufficiente tenore di vita ai propri figli”. “Confido – ha aggiunto Ratzinger – che possano essere adottati adeguati provvedimenti, volti a sostenere le famiglie a basso reddito, particolarmente quelle numerose, troppo spesso penalizzate. A ciò si aggiunge un problema ogni giorno più drammatico”.
Particolare attenzione va anche ai giovani, a una generazione priva di orizzonti certi. “I giovani, in particolare, che dopo anni di preparazione non vedono sbocchi lavorativi e possibilità di inserimento sociale e di progettazione del futuro – ha avvertito il Pontefice – si sentono spesso delusi e scontentati, tanto da rifiutare la stessa società. Il prolungarsi di simili situazioni causa tensioni sociali, che vengono sfruttate dalle organizzazioni criminali per proporre attività illecite”. “E’ dunque urgente – ha concluso Benedetto XVI – che, pur nel difficile momento, si faccia ogni sforzo per promuovere politiche occupazionali, che possano garantire un lavoro e un sostentamento dignitoso, condizione indispensabile per dare vita a nuove famiglie”.
Raffaele Emiliano