Il Pdl non ci sta. All’indomani della decisione della Consulta sul legittimo impedimento si parla di “settori politicizzati della magistratura” e di magistrati che “non demordono dal loro obiettivo di dare la caccia al presindente Berlusconi. Secondo il deputato Giorgio Stracquadanio “se qualcuno alla procura di Milano ha creduto di interpretare la sentenza della Corte Costituzionale come un avallo a iniziative di killeraggio giudiziario fondate su porcherie da guardoni di quarto ordine per colpire il governo e il presidente del Consiglio si sbaglia di grosso. In Italia, i talebani della procura di Milano ricorrono a infamie per attaccare il governo e il premier. È un fatto di una gravità inaudita che qualche procuratore possa costantemente e impunemente attentare alle libertà democratiche”.
Per il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, “ancora una volta, non appena si creano condizioni di possibile serenità e stabilità politica, succede qualcosa che ha l’oggettiva conseguenza di turbare la vita delle istituzioni, e di alimentare un clima di aggressività e lacerazione. Era successo già dopo il 25 aprile del 2009. Dopo le celebrazioni di Onna, con un premier festeggiato e omaggiato anche dai partigiani, subito era scattata una primavera-estate di gossip e veleni, con relativa giostra mediatica, politica e giudiziaria. Sarà un caso, ma il meccanismo sembra ripetersi con regolarità, con pezzi di mondo politico (una sinistra senza obiettivi e senza progetti) che sperano sempre nella sponda di alcuni ben noti gruppi editoriali, di qualche iniziativa giudiziaria, e magari anche di qualche ‘maninà non italiana. Illusioni. Chi vuole battere Silvio Berlusconi dovrebbe avere la forza di farlo con la politica e nella politica. I governi, in democrazia, li scelgono gli elettori nelle urne, non altri, e meno che mai questo collaudato network dell’odio e del fango”.
L’opposizione risponde con Anna Finocchiaro, la capogruppo del Pd al Senato, che efinisce “davvero stucchevole vedere e sentire gli attacchi del Pdl alla magistratura, colpevole solo di svolgere il proprio dovere, rispetto a una vicenda squallida che non fa che danneggiare il nostro Paese”.
Stefano Bernardi