Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, non ci sta ad incassare passivamente le critiche dei tanti insoddisfatti che, all’interno e all’esterno del suo partito, hanno lamentato la mancanza di una presa di posizione forte sulla vertenza Fiat di Mirafiori.
Di più, all’indomani del verdetto consegnato dal referendum in fabbrica, il democratico si autocelebra, riconoscendosi un merito difficile da condividere: “Dopo il referendum di Mirafiori – ha detto – non dovrebbe essere difficile per ogni osservatore onesto riconoscere che il Partito democratico è la forza politica che ha letto meglio la situazione vedendone la complessità e proponendo un punto di equilibrio positivo”.
“Ribadiamo e precisiamo adesso la nostra proposta – ha continuato il segretario del Pd – Entro un anno bisogna avere regole nuove per la rappresentanza. Non è possibile che ognuno faccia da sé come irresponsabilmente chiede il governo”. La vittoria dei ‘sì’ tra i dipendenti di Mirafiori ha indicato, secondo Bersani, una via da seguire che, però, non può non tener conto del coinvolgimento di tutti.
“C’è stata una scelta precisa che va rispettata – ha osservato il leader dei democratici – e c’è stato un dissenso. Tuttavia siamo in presenza di temi che non si possono affrontare con l’accetta. La Fiat rispetti i suoi impegni ed investa. Si trovi il modo entro un anno, cioè all’avvio del nuovo meccanismo, di avere nuove regole per la partecipazione e per la rappresentanza”.
“E’ questo l’impegno che dobbiamo darci come grandi forze sociali e politiche – ha concluso l’ex ministro dello Sviluppo economico – Abbiamo davanti dodici mesi in cui fissare delle nuove regole che ricompongano una frattura che dev’essere saldata“. Con l’aiuto di tutti.
Maria Saporito