Sarah Scazzi: il testo integrale della lettera di Misseri, “Scusa Sabrina, volevano arrestare mamma”


È stato reso noto il testo di una delle lettere che Michele Misseri ha inviato alle figlie Valentina e Sabrina.

Ieri è avvenuto un interrogatorio, voluto dai difensori di Sabrina Misseri, proprio sulle missive: la ragazza è in carcere dal 15 ottobre per l’omicidio di Sarah Scazzi, accuse lanciate anche dallo stesso padre, Michele.

Durante il colloquio, l’uomo si è rifiutato di parlare del contenuto dei messaggi, ma ne ha riconosciuto la paternità, e, soprattutto, ha specificato che li avrebbe scritti e inviati senza pressione alcuna.

Agli avvocati di Sabrina, Franco Coppi ed Emilia Velletri, urgeva interrogare l’uomo sui messaggi scritti alle figlie lo scorso Natale perché questi scagionerebbero nettamente la loro assistita.

In un italiano approssimativo, Michele aveva chiesto scusa a sua figlia Sabrina per averla incolpata dell’assassinio della cuginetta, fornendo anche una spiegazione: se non avesse agito in quel modo, avrebbero arrestato sua moglie, Cosima Serrano, e suo fratello, Carmine Misseri.

Di seguito, il testo integrale della lettera inviata da Michele Misseri a sua figlia Sabrina:

Cara Sabrina,
sono io che scrivo, papà. Perdonami se ti ho dato la colpa, ma io non volevo, sono stato costretto a fare la falsa perché io mi sono sentito ricattato. Stavano scrivendo la verità però mi hanno detto che se non faccio quella confessione dovevano arrestare la mamma e zio Carmelo. Per non mettere altri innocenti in mezzo ho dovuto fare la falsa.

So che è difficile chiederti perdono, io so che sei innocente. Tutte le sere dico la preghierina per te e per Sarah e io per te e per Sarah ho due pesi sopra lo stomaco che sono così pesanti che non ci riesco più a sopportarli. Spero che finisca tutto in fretta. Ho richiesto ai giudici e ai miei avvocati che a gennaio mi interroghino per l´ultima volta. Sabrina ti chiedo un favore, se vuoi fare colloquio con papà devi fare una domandina e anche io faccio una domandina, così ci fanno fare un colloquio.

Carmine Della Pia