Caso Ruby: Spunta l’ipotesi dimissioni

La bufera che si sta scatenando intorno al premier non era mai stata così forte. C’è un’inchiesta della Procura di Milano, intercettazioni telefoniche, testimonianze, un mandato di comparizione, la richiesta di giudizio immediato.
Gli uomini del Pdl fanno quadrato intorno a lui, ma con maggiore difficoltà, c’è il gelo della Lega nelle parole di Bossi, anzi nel silenzio del Carroccio sul caso.
Gli avvocati Longo e Ghedini nemmeno sanno dire così, su due piedi, se il loro cliente dovrà appellarsi a qualche cavillo legale per schivare le domande della più terribile tra le inquisitrici, Ilda Boccassini.

La difesa del premier è cambiata nelle ultime 24 ore, passando da non vedo l’ora di difendermi in tribunale, andrò dai giudici a non andrò in tribunale.
Nel Pdl si respirano ore di ansia, ora spunta la presunta fidanzata del premier, di cui nessuno ha mai parlato, la donna che nessuno ha detto di conoscere.

Le parole di un ministro fedelissimo di Berlusconi,
che vuol rimanere comunque anonimo sembrano essere: Il danno internazionale è insopportabile. Fosse Berlusconi accusato di violazione dell’articolo 2550 del codice civile, all’estero direbbero che è una storia italiana. Ma in questo caso si parla un linguaggio universale, sesso con una prostituta minorenne, lo capiscono anche in Cina. Tentare difese tecniche o andare in tivù è semplicemente ridicolo.

Perfino tra i colonnelli più fedeli si va spargendo il dubbio: non sarebbe preferibile un passo indietro ora, subito, prima che tutto precipiti?
Rinunciando a Palazzo Chigi, Berlusconi potrebbe contestualmente indicare un suo successore, quantomeno condizionare pesantemente la scelta di Napolitano.
E poi restare dietro le quinte a difendersi dai processi, a tirare i fili della politica con un potere pur sempre smisurato. I vecchi leader democristiani, quelli immarcescibili, loro sì sapevano quando uscire di scena per ritornare al momento giusto.

Tremonti, Alfano o Letta. Nessuno dei tre avrebbe difficoltà a permettere l’appoggio nell’Udc di Casini.
Soprattutto il primo, sarebbe la migliore garanzia per la Lega.
Tra gli strateghi Pdl si fatica a trovare una risposta convinta. Qualcuno (Osvaldo Napoli) scuote la testa: Qui non si fanno prigionieri, possiamo solo combattere, andrà come dio vuole.
I più tacciono, sospirano, fremono e se la cavano con un aspettiamo di leggere le carte, vediamo che cosa succede.
Ma con queste condizioni una cosa la sanno tutti, di elezioni non si deve nemmeno parlare, sarebbe una tremenda sconfitta mentre Bossi diventerebbe padrone dell’interno nord Italia.
Qualcuno più pessimista si spinge a paventare l’esilio di Bettino nella Tunisia. Anzi, di questo passo Silvio farà la fine di Ben Ali. La sensazione è che in pochi giorni si consumerà tutto.

Matteo Oliviero