Checco Zalone da record: è suo il film più visto della storia italiana

Il comico pugliese uscito dalla scuola di Zelig ha sbancato tutto e tutti. Che bella giornata, il secondo lungometraggio di Checco Zalone (al secolo Luca Medici) ha battutto quello che, fino ad ora, era il record al box-office italiano: stiamo parlando della palma per i maggiori incassi di sempre al nostro botteghino, detenuta dal film La vita è bella di Roberto Benigni. Fino ad ora, appunto, perché dopo solo dodici giorni di programmazione il film di Zalone ha incassato ben 31.479.000 di euro, più dei 31.231.984 incassati dal film sull’Olocausto dell’istrione toscano.

Un sorpasso annunciato in realtà, visto che dal giorno della sua uscita Che bella giornata non ha fatto che frantumare ogni record di incassi precedente. Anche il fenomeno Avatar, il maghetto Harry Potter ed il ciclone Benvenuti al Sud hanno dovuto arrendersi – almeno in Italia – alla commedia di Zalone, che dopo solo cinque giorni di programmazione aveva già incassato – a parità di giorni in sala – più di quanto avesse fatto ognuno di questi film.

La marcia comunque non si arresta: i cinema sono ancora strapieni e – non senza una punta di smaccata ambizione – il produttore Pietro Valsecchi ha annunciato che il vero obiettivo del film è quota 40 milioni di incassi. Un obiettivo che, ad essere sinceri, sembra ampiamente a portata di mano e che andrà ad arricchire le casse della casa di produzione, la Taodue, e della casa di distribuzione, la Medusa. Lo stesso Zalone aveva commentato ironicamente l’esplosivo successo del suo film a soli due giorni dall’uscita: “Gli incassi di questi due giorni mi inorgogliscono ma la vera felicità è per il produttore Valsecchi e Pier Silvio Berlusconi: che bello aiutare gli indigenti”.

Zalone più degli omini blu di Pandora, dei maghetti di Hogwarts, più dei logori cinepanettoni, più degli Oscar di Benigni. E ora non resta che vedere, con morbosa curiosità, quale quota riuscirà a raggiungere il suo film, ormai ufficialmente il film italiano più visto di sempre.

Roberto Del Bove