Devid: indagati per omicidio i genitori del piccolo morto di freddo


I genitori del piccolo Devid Berghi, il neonato morto al freddo di piazza Maggiore a Bologna, lo scorso 5 gennaio, sono iscritti nel registro degli indagati: l’accusa è di omicidio colposo.

Claudia Gambato e Sergio Berghi parteciperanno, con tutta probabilità, alla parte finale degli accertamenti istologici tuttora in corso su una parte del polmone del bimbo. Da queste analisi sarà possibile verificare l’esatta causa della sua morte: il piccolo ha smesso di respirare per un male fulminante, o per i poco tempestivi soccorsi e cure da parte dei genitori?

Da qui, ovviamente, sarà confermata l’accusa ai coniugi, apparsi ieri alla trasmissione tv Domenica Cinque. “Devid era il primo nato dei due gemelli, il più debole”, ha riferito la madre, “mi prendevo sempre molto cura di lui e gli ho sempre fatto fare tutte le visite mediche. Io non ho mai avuto aiuto dagli assistenti sociali. Mio figlio l’ho portato fuori per prendere un po’ d’aria, non per ucciderlo”. Una registrazione dell’intervista rilasciata a Canale 5 è finita agli atti.

I fatti, però, parlano di una mancata serie di visite mediche, forse necessarie per preservare il bimbo: fino alla notte tra il 4 e il 5 gennaio, ovvero quando il padre del neonato cerco di salvargli la vita correndo in ospedale, non è presente alcun referto medico corrispondente al piccolo Devid.

Secondo il procuratore dei Minori Ugo Pastore vi sono state delle “gravi omissioni” non solo dai genitori, cui è stata negata la potestà degli altri tre figli, ma anche dai servizi sociali stessi.

Insomma, al momento non si è in grado di stabilire se ad uccidere il bambino, di soli 23 giorni, sia stata una broncopolmonite: una corsa più rapida all’ospedale, da parte dei genitori, avrebbe potuto cambiare il tragico destino cui stavano andando incontro?

A seguito del dramma, la città cerca di rispondere con speranza, organizzando un’iniziativa benefica per quanti si trovino a dormire al freddo bolognese: il ristorante Diana ha aperto le sue porte ai senzatetto, nel suo giorno di riposo, offrendo loro due tipi di menù, uno per ogni religione.

Carmine Della Pia