Golden Globe: ecco vincitori e vinti della sessantottesima edizione

Si è tenuta stanotte, presso il Beverly Hills Hotel, la cerimonia di consegna dei Golden Globe, i premi assegnati dalla stampa straniera di Los Angeles e ritenuti la più credibile anticipazione degli Oscar. Se davvero è così, in attesa di sapere le nomination per gli Academy Awards (che verranno assegnati il prossimo 27 febbraio) il signor David Fincher e il suo The Social Network hanno di che stare allegri, visto che sono stati proprio loro i mattatori della serata.

Il film che racconta l’ascesa di Zuckerberg e la nascita di Facebook si è aggiudicato i globi più importanti: quello come miglior film drammatico, quello per la miglior regia (a Fincher), quello per la migliore sceneggiatura (ad Aaron Sorkin) e per la migliore colonna sonora (all’ex Nine-Inch-Nails Trent Reznor). I ragazzi stanno bene, di Lisa Cholodenko, si aggiudica invece il globo d’oro come migliore commedia e Annette Bening trionfa come migliore attrice brillante, battendo la sua co-protagonista nel film, Julianne Moore.

Colin Firth vince il premio come miglior attore drammatico per la sua interpretazione di Giorgio VI in Il discorso del re. Accanto a lui lo strepitoso Paul Giamatti di La versione di Barney, aggiudicatosi il premio come miglior attore brillante, lasciando a bocca asciutta l’osannato Johnny Depp, in gara con una doppia nomination (per Alice in Wonderland e The tourist). Migliore attrice drammatica è Nathalie Portman, molto apprezzata per il suo ruolo di una ballerina psicopatica in The Black Swan di Darren Aronofsky. Robert De Niro ha ricevuto il Golden Globe alla carriera, ricevendo una standing ovation di proporzioni bibliche dalla platea.

Per quanto riguarda la tv, prevedibili i due riconoscimenti per la serie Boardwalk Empire, prodotta da Martin Scorsese, e il premio come miglior attore in una miniserie ad Al Pacino, interprete del dottor Jack Kevorkian (anche noto come dottor Morte, per la sua pratica dell’eutanasia) nella serie You don’t know Jack. Altrettanto attesi i riconoscimenti per Glee, miglior serie brillante e vincitrice anche di due premi per il cast (Jane Lynch e Chris Colfer, migliori attori non protagonisti).

Oscuri sono invece i presagi per la nostra Italia, in lizza nella categoria miglior film straniero con Io sono l’amore di Luca Guadagnino, sconfitto da In a better world della danese Susanne Bier. A dispetto delle indicazioni, però, speriamo che nella magica notte degli Oscar La prima cosa bella di Paolo Virzì possa regalarci una soddisfazione che manca ormai da troppo tempo.

Roberto Del Bove