Gennaio 2011. La Fieg, Federazione italiana degli editori di giornali aveva chiesto, nell’agosto scorso, di aprire nei confronti di Google un’indagine per “abuso di posizione dominante”. La federazione aveva raccolto alcune lamentele che indicavano che il motore di indicizzazione e quello di ricerca di Google sembrava facessero preferenze escludendo alcune aziende dalla ricerca e che, inoltre, il loro funzionamentom non fosse del tutto trasparente. In specifico la contestazione sarebbe stata sul servizio “Google News” che indicizza decine di siti di notizie in lingua italiana e sui servizi a contratto publicitario AdSense.
Google si era da subito dimostrata collaborativo e aveva offerto all’Antitrust il suo pieno sostegno per risolvere la questione, presentando delle soluzioni poi accolte dall’Antitrust e che ora sono un impegno vincolante per la casa di Mountain View.
Questi impegni aprono due fronti, nel primo le testate giornalistiche online possono avere una maggior visibilità del funzionamento del servizio di Google News, il secondo invece si riferisce ad una maggior trasparenza nei contratti applicati per tutti i siti che si avvalgono dei servizi pubblicitari offerti tramite AdSense.
L’avvocato di Google Mario Siragusa dello studio Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP ha spiegato quali cambiamenti tecnici sono stati apportati da BigG per poter soddisfare gli impegni presi con l’Antitrust: i siti che vengono indicizzati su Google News e proposti dal motore di ricerca WEB, potranno da oggi tramite un software, decidere se essere visibili su entrambe le funzionalità o solo su una delle due; la scelta che il sito può operare scende via via fino al livello del singolo articolo. Inoltre è stato chiarito anche il funzionamento dei banner AdSense e la percentuale di ricavi che andrebbe all’editore: quest’ultimo riceve il 68% dei ricavi nel caso di un banner solo pubblicitario, mentre ottiene il 51% nel caso in cui nel banner siano inserite funzionalità di Google.
Molto importante poi l’aspetto dei diritti d’autore trattato dall’Authority in riferimento all’arretratezza della normativa applicata agli articoli online. Il Sole24Ore riporta una frase presa dalla conclusione dell’istruttoria dell’Antitrust in merito ai diritti d’autore: << le attuali norme sul diritto di autore, non appaiono tener conto delle peculiarità tecnologiche ed economiche di internet, in quanto non disciplinano un sistema di diritti di proprietà intellettuale nel contesto delle nuove e molteplici modalità di riproduzione e di utilizzo dei contenuti da parte di soggetti terzi sul web. >>.
L’Autority avrebbe dichiarato che l’obiettivo da porsi sarebbe quello di sostenere gli editori online, garantendo << un adeguata remunerazione>>, cosa che potrà avvenire solamente se nuove norme a tutela dei diritti intellettuali daranno la possibilità a nuove forme di cooperazione di nascere fra le aziende online e quindi di creare un nuovo mercato dell’informazione.
I.T.