A fare intuire che gli ultimi piccanti particolari emersi sul Caso Ruby potrebbero portare con sé conseguenze pesanti per l’esecutivo è stato ieri Fabrizio Cicchitto: “Valuteremo se ci sono le condizioni di sviluppare l’attività del governo come noi auspichiamo – ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera – o se dovrà esserci un ricorso al corpo elettorale per difendere la libertà di tutti”.
Lo spettro delle elezioni, dunque, torna ad aleggiare nel centrodestra e spinge i più solerti a prefigurare scenari grigi e carichi di incertezza. “E’ evidente – ha notato Cicchitto – che più che un blitz giudiziario si stia realizzando un blitz militare“, ma questo – pare essere stato il suo ragionamento – non impedirà al governo di svolgere regolarmente il suo lavoro. Fino a quando ciò ci sarà consentito.
“La vicenda Ruby non sta causando intoppi all’operazione ‘allargamento‘ della maggioranza – ha quindi aggiunto il capogruppo dei deputati pidiellini – dato che sarà costituito tra martedì e mercoledì il gruppo che rappresenterà la terza gamba della maggioranza”. Un raggio di sole tra le nebbie fitte addensatesi intorno al presidente del Consiglio, che – provato da giornate difficilissime, trascorse a studiare una strategia difensiva che appare quanto mai faticosa – starebbe adesso pensando di ricominciare proprio dal gruppo dei “responsabili”.
Stando ai beninformati alla Camera saranno 20: 12 deputati di Noi Sud, 3 di Fli (Silvano Moffa, Catia Polidori e Maria Grazia Siliquini), l’ex Pd poi Api, Massimo Calearo, il noto ex dipietrista Domenico Scilipoti, Bruno Cesario di Api, Francesco Pionati dell’Adc e Maurizio Grassano della Lega. Un gruppo assai eterogeneo, che tenterà di trovare la sintesi nella giornata di oggi, durante l’incontro previsto per stabilire gli incarichi e definire le linee guida da seguire.
“Oggi iniziamo con le adesioni – ha spiegato Saverio Romano, portavoce ideale del gruppo nascente – e le comunicheremo alla segreteria generale della Camera. In settimana ci allargheremo ancora, vedrete”. Una premonizione che, però, non pare trovare conforto nella cronaca più stringente, che sembra fotografare una tendenza inversa. A credere che i recenti scossoni causati dal Rubygate abbiano intimorito molti papabili responsabili sono, infatti, in tanti. Il finiano Carmelo Briguglio, nei giorni scorsi, ha addirittura previsto un “ripensamento” dei suoi ex colleghi che, dopo aver preso coscienza del quadro desolante che si sta delineando intorno al premier, decideranno – a suo avviso – di tornare nello schieramento di Gianfranco Fini.
A tradire grande entusiasmo è pero Francesco Pionati, ex mezzobusto del Tg1 e tra i più convinti animatori del gruppo “responsabile”: “Dobbiamo vedere il presidente del Consiglio – ha annunciato, lasciando intendere che il breve incontro potrebbe svolgersi già nella giornata di oggi – vogliamo che la nostra sia un’operazione seria, non una ‘pecionata’. Berlusconi fa bene a parlare con noi, a tornare ad occuparsi di politica e a lasciare da parte il fango che gli stanno versando addosso. È chiaro che ci deve essere una finestra nel governo – ha quindi concluso, ricorrendo a un inaspettato pragmatismo – altrimenti potremmo essere considerati solo degli ascari”.
Maria Saporito