Caso Ruby, Franceschini in Aula: il premier si dimetta

E’ una stroncatura impietosa quella che il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, ha destinato oggi in Aulla al presidente del Consiglio: “Berlusconi abbia un sussulto di dignità, si dimetta e vada davanti ai giudici – ha detto il democratico – È difficile immaginare che questa Aula possa continuare nel percorso dei lavori dopo quello che stiamo leggendo sui giornali e vedendo nelle televisioni italiane e di tutto il mondo”. Il riferimento è, ovviamente, ai fatti relativi all’inchiesta sul Caso Ruby aperta dalla Procura di Milano, che ha iscritto il premier nel registro degli indagati con l’accusa di “concussione” e “prostituzione minorile”.

“Non sta a noi né come singoli né come apposizioni – ha continuato il capogruppo dei deputati democratici – una valutazione sugli aspetti giudiziari che competono la magistratura, né una valutazione di natura morale poiché ogni italiano si sta facendo un’idea per conto suo. Ma quando il presidente del Consiglio è coinvolto in una vicenda come questa – ha spiegato – se è un uomo di Stato, la sua prima preoccupazione è non coinvolgere il proprio Paese, non coinvolgere le istituzioni repubblicane”.

Per Franceschini, insomma, sul piatto ci sarebbe l’onorabilità di un’intera Nazione. “Questa volta – ha rinforzato il capogruppo del Pd a Montecitorio – c’è di mezzo l’immagine internazionale del nostro Paese screditata totalmente; c’è di mezzo la credibilità che deve avere, anche dal punto di vista personale, chi guida il Paese; c’è di mezzo il bisogno drammatico degli italiani di avere un governo che governi”.

“Per questo – ha insistito Franceschini – chiediamo in quest’Aula che almeno alla fine del suo percorso politico l’onorevole Berlusconi abbia un sussulto di dignità, si dimetta e vada a difendersi nelle aule del tribunale dalle accuse infamanti che ha ricevuto. Si dimetta e lasci che siano il capo dello Stato, il Parlamento e la sua stessa maggioranza a trovare la strada e le persone giuste per salvare il Paese e restituire credibilità alle istituzioni italiane di fronte al mondo e – ha concluso – soprattutto di fronte agli italiani”.

Maria Saporito