“Tra i luoghi da sottoporre a perquisizione vi è, tra gli altri, l’ufficio di Giuseppe Spinelli, sito in Segrate, dove si ha motivo di ritenere, sulla base degli elementi indicati, possano trovarsi documenti, anche riversati su supporto informatico, pertinenti le abitazioni date in comodato ad alcune prostitute, nonché attinenti ai rapporti economici con queste ultime intrattenuti da Spinelli o dai suoi collaboratori”. Così si legge in una delle oltre 380 pagine di materiale inviate dai pubblici ministeri di Milano alla Camera del Deputati.
Un fascicolo pesante, quello finito ieri sulla scrivania di Gianfranco Fini (che lo ha poi trasmesso a Pier Luigi Castagnetti), con il quale i magistrati milanesi sperano di ottenere l’autorizzazione necessaria per procedere con le perquisizioni volte ad accertare (o smentire) i fatti fin qui ipotizzati nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Rubygate. Secondo le toghe della procura di Milano, infatti, è necessario entrare negli uffici di Giuseppe Spinelli, storico tesoriere della famiglia Berlusconi, per comprendere se esistono realmente dei “movimenti” che possano testimoniare il pagamento, da parte del presidente del Consiglio, delle presunte performance rese dalle varie frequentatrici della sua villa ad Arcore.
Pagamento che – secondo le ipotesi formulate dai pm – si sarebbe concretizzato anche in quella concessione d’uso di diversi appartamenti siti a Milano due, messi a disposizione delle giovani donne invitate dal premier. La giunta per le autorizzazioni della Camera, presieduta da Pier Luigi Castagnetti, si incontrerà domani per valutare la richiesta dei pm milanesi, ma le prime indiscrezioni sul materiale “incandescente”giunto a Roma sono già trapelate.
“A mio avviso – ha detto il vicepresidente finiano della giunta, Giuseppe Consolo – potevano non sussistere gli estremi per il giudizio immediato. E’ indispensabile in questo caso giudicare con la massima serenità, che è la miglior dote che un giudice può avere, e io – ha concluso Consolo – in giunta sono un giudice”.
Più “irruento” il commento di un altro componente della giunta, il dipietrista Federico Palomba: “Nei documenti giunti dalla Procura milanese – ha detto – ci sono elementi schiaccianti. Quello che emerge dalla lettura delle oltre 300 pagine è un quadro assolutamente devastante: sotto il profilo umano di profonda abiezione, sotto il profilo istituzionale di pericolo, nel quale il nostro Paese ancora una volta è esposto al ludibrio internazionale“.
“Io credo che gli esponenti della maggioranza di centrodestra – ha continuato l’esponente dell’Idv – tenteranno di tutto per impedire che questo processo vada avanti, ma noi – ha promesso – faremo di tutto perché vada avanti”.
Maria Saporito