Eolico in Italia: calo del 25% delle installazioni

Italia 2011.  E’ ora di fare un bilancio sullo stato della situazione in merito agli obiettivi che la Comunità Europea a posto ai membri e quindi anche all’Italia, in merito alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Il piano globale europeo prevede un percorso che arrivi nel 2020 a produrre il 20% del totale energetico tramite energia rinnovabile come ad esempio il solare e l’eolico. L’italia, che procedeva mirata verso l’obiettivo, ha subìto un forte scossone durante il 2010.

Dai conti dell’ANEV, Associazione Nazionale Energia del Vento, nel 2010 il calo di installazioni nel settore della produzione energetica tramite il vento, l’eolico, è calata del 25% dall’anno precedente. Questo dato metterebbe in discussione proprio l’obiettivo citato sopra ossia di arrivare nel 2010 con il 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili e rischierebbe di fermare la nascita di migliaia di posti di lavoro previsti nello sviluppo del settore delle installazioni e della manutenzione delle pale eoliche.

Ma cosa può essere successo per un calo così drastico? L’associazione, analizzando la situazione pare abbia individuato alcuni punti che avrebbero fatto naufragare molti investimenti e quindi installazioni nel campo dell’eolico. Primo fra tutti, il calo del 40% che hanno subito  i “Certificati Verdi” a causa di una normativa che ha penalizzato gli incentivi del settore. Il sito www.certificativerdi.it scrive  a proposito di cosa siano tali certificati: << I certificati verdi sono la nuova struttura di incentivazione delle fonti rinnovabili dopo la liberalizzazione del settore dell’energia disciplinata dal D. Lgs. 79/99 >>.

Inoltre il calo potrebbe anche essere addebitato alla burocrazia che però proprio nel 2010 dovrebbe essere stata migliorata dai sette anni di lavori in merito, arrivando a creare un sistema più propizio agli investitori che possono chiedere di adoperarsi nel settore con minor difficoltà e senza intasare gli enti preposti di domande la cui accoglienza diventerebbe difficoltosa.

A volte l’eolico è anche osteggiato dagli stessi comui e da associazioni che non vogliono che il panorama sia rovinato dagli enormi mulini a vento: anche una famosa trasmissione televisiva ha più volte attaccato l’eolico e le sue installazioni apertamente. Senza voler sminuire le considerazioni di tutte quelle persone che non vogliono le installazioni eoliche e che a volte hanno ragione sulla non corretta scelta del luogo, bisognerebbe pensare che a volte il paesaggio ringrazierebbe per avere un calo di inquinamento e che questa diminuzione potrebbe in futuro portare a salvare l’ecosistema. DI certo le installazioni devono essere avvallate con le corrette valutazioni territoriali.

Posto che il volume di energia attualmente creata con l’eolico è di 5.797MW, si è ancora in tempo con normative precise e puntuali a risollevare la situazione, riportando l’Italia in gara per gli obiettivi del 2010. Ci riusciremo?