Fascicolo Ruby nelle redazioni: Emilio Fede annuncia querela


Il Tg4 delle 19 è stato anticipato da una denuncia di Emilio Fede: “Non è possibile che non si persegua anche chi commette una gravissima violazione e rende pubblici i numeri di telefoni privati delle persone esponendole a gravi rischi”, ha affermato, sventolando una copia dell’intero fascicolo inerente il Rubygate inviato alla Procura di Milano alla Camera.

Una severa violazione della privacy l’aver diffuso, a mezzo web e stampa, l’intero atto, contenente, oltre alle intercettazioni connesse al caso Ruby Rubacuori ed escort di Silvio Berlusconi, i numeri di telefono dei maggiori protagonisti della faccenda.

Il direttore del Tg4, indagato per favoreggiamento alla prostituzione minorile insieme a Lele Mora (rei di aver presentato e guidato donne a pagamento in entrambe le dimore del premier), ha annunciato una querela nei confronti dei media e di un sito internet, mostrando, in apertura del telegiornale, una copia del fascicolo.

Guardatelo, eccolo qua, 389 pagine”, ha affermato, “Il presidente della commissione ha detto che è secretata. Lontano da occhi indiscreti, ma poche ore dopo le 389 pagine sono finite nelle redazioni. Per cui cosa è accaduto? Telefonate con minacce, e magari anche di solidarietà ma minacce soprattutto. Violazione della privacy, certamente, ma un atto delinquenziale, va bene, del quale io mi auguro dovrà occuparsi, a parte certamente l’impegno dell’inchiesta, la magistratura. Un atto delinquenziale”.

Fede ha inoltre biasimato la velocità con cui la Procura irrompe ad Arcore, a svantaggio di atti violenti quali, appunto, la pubblicazione di un file così privato: “Credo che la giustizia che si occupa non solo delle cene di Arcore debba intervenire nei confronti di quelli che, non dico metaforicamente, sono gli autentici delinquenti perché mettono a rischio non soltanto la vita, non soltanto la privacy ma la vita fisicamente delle persone”.

La querela sarà rivolta a quanti hanno diffuso il fascicolo, e sembra vi sia già in testa una fonte illustre: il famigerato sito Dagospia aveva pubblicato in file pdf l’intero atto processuale, ovvero proprio le 389 pagine contenente ogni particolare sul Rubygate.

Carmine Della Pia