Caso Ruby, il cassiere del premier: pagavo solo se autorizzato

Giuseppe Spinelli è da anni il tesoriere di fiducia della famiglia Berlusconi. Il suo ufficio di Segrate è, secondo i pm di Milano che indagano sul cosiddetto Rubygate, un luogo di centrale importanza. Lì, infatti, ci sarebbero le carte che attesterebbero i pagamenti autorizzati dal presidente del Consiglio nei confronti delle giovani frequentatrici di Arcore. Per questo la richiesta di autorizzazione a procedere con le perquisizioni inviata qualche giorno fa dalla Procura di Milano alla Camera dei Deputati parte proprio dall’ufficio di Spinelli.

Interpellato oggi da Il Corriere della Sera, il fiduciario del premier ha consegnato le sue personalissime impressioni: “Secondo me – ha detto – si tratta di cose gonfiate a dismisura perché c’è di mezzo chi sappiamo. Alla fine, se si guarda bene, le telefonate non sono così tante. E poi adesso, mi dica lei, non si può più aiutare la gente?”.

“Succedeva che un giorno si aiutava un’organizzazione di bambini malati di leucemia – ha spiegato Spinelli – e un altro magari una studentessa per pagare l’università o l’affitto. Non vorrei che passasse il concetto che questa delle ragazze fosse una cosa di grande peso. Nell’economia della mia giornata lavorativa – ha precisato il tesoriere della famiglia Berlusconi – occupava dieci minuti. Per questi casi ricordo che qualcosa abbiamo fatto tra giugno e luglio. Ma sempre aiutando persone che erano in difficoltà“.

Come Ruby, ad esempio, che Giuseppe Spinelli ha definito “molto insistente“, o come le altre ragazze (“si trattava di 5 o 6 persone tra le tantissime di situazioni diverse che noi aiutiamo”), magari alle prese con le tasse universitarie da pagare o con i pannolini da comprare. “Ma in ogni caso – ha precisato il cassiere – pagavo solo se ero autorizzato dal Cavaliere. Non butto via i soldi io. Ho la coscienza a posto – ha concluso – e sono sereno”.

Maria Saporito